Commercio, Ricettività e Ristorazione meno 35 mila attività (2019-2024)

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Economia & imprese 

Rubrica settimanale 

A cura di Ivan Simeone

i.simeone@virgilio.it

L’ultima analisi elaborata dalla Confesercenti nazionale sulle attività under 35, legate al mondo della ristorazione, del commercio e della ricettività non lascia certamente ben sperare. 

Da una analisi condotta su dati Unioncamere,l’impresa giovanile è in caduta libera: tra il 2019 e il 2024 sono scomparsi oltre 35.600 negozi, attività ricettive, bar e ristoranti guidati da under 35, con un calo del -22,9%. Una flessione nettamente più pronunciata di quella complessiva delle imprese (-7,2% dal 2019) e più che quadrupla rispetto alle attività guidate da over 35 (-5%) nei tre settori considerati.” 

È certamente un grido di allarme cui bisogna raccogliere e correre subito ai ripari con una attenta e precisa politica di supporto al mondo dell’impresa giovanile. Vedi www.confesercenti.it   

A Latina Matteo Tulli, Delegato dei Giovani Imprenditori della Confesercenti, ha rilanciato questa problematica.

I “giovani imprenditori” sono “in calo” e, a livello generale, i dati si aggirano negli ultimi cinque anni con una diminuzione di ben 70 mila attività under 35 nel Paese. Decisamente una “popolazione imprenditoriale” con una età media di circa 51,3 anni per il settore del commercio e del turismo. Nella nostra Regione Lazio, l’età media si aggira intorno ai 50,4 anni. Non c’è che dire.

Nei Comuni come quello di Latina, tra i 50.000 e i 250.000 abitanti, tra il 2019 e il 2024, statisticamente, vi è stata una diminuzione di circa -24,2% imprese giovanili contro un -4,2% di imprese “non giovanili”. 

I problemi si conoscono da tempo.

Carico fiscale eccessivo, costi di affitti ed eccessiva competizione senza regole, mancanza di programmazione commerciale da parte delle istituzioni solo alcuni dei problemi spesso irrisolti che paralizzano la nostra economia “del quotidiano”. 

Nico Gronchi, Vicepresidente vicario di Confesercenti e Presidente di Assoterziario ha evidenziato come servono azioni concrete come meno fisco, più formazione e più governo dello sviluppo. Tutto è in veloce trasformazione. Oggi –puntualizza Nico Gronchi-  a dettare le regole è il web: si chiudono le città al traffico privato, ma si aprono le porte a un flusso incessante di corrieri, che consegnano ormai un miliardo di pacchi l’anno. Le case vacanze spuntano come funghi, svuotando i centri storici di residenti. È una trasformazione rapida, accelerata dalla pandemia, che ha spinto commercio e turismo in una fase di evoluzione tumultuosa. Ma è un cambiamento che non stiamo governando: e il prezzo lo pagano i territori, con un’emorragia di iniziativa economica che li impoverisce giorno dopo giorno”.

Ma cosa si può concretamente fare? Certamente mettere in campo, nelle nostre Città e sui territori, una “Visione” di sviluppo commerciale e non andare avanti con una azione politica del “giorno dopo giorno”. 

Sostenere i giovani imprenditori significa porre in essere concrete iniziative che possono aiutarli ad affrontare questo momento di difficoltà generalizzata. Sostenerli nell’accesso ai finanziamenti e agli incentivi, rendendoli più accessibili anche per le micro attività e commercio di vicinato; istituire veri incubatori locali ed avviare un’zione di formazione gratuita sulla gestione imprenditoriale e sull’innovazione; creare reti di supporto istituzionali, anche con il coinvolgimento delle Associazioni datoriali d categoria; lavorare su una semplificazione burocratica anche locale e aiutare i giovani che vogliono avviare una propria attività con una detassazione locale; creare piattaforme dedicate ai giovani che vogliono fare impresa… solo alcuni input.

Registriamo, soprattutto da parte della Regione Lazio una attenzione ed una messa in campo di diverse misure per il settore imprenditoriale ma, forse, bisognerebbe accendere i riflettori anche sulle piccole attività d’impresa e del commercio, quelle micro attività che fanno girare l’economia di tutti i giorni e che animano le nostre Città.



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