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Ventisei milioni di euro in sei anni. Al netto degli oltre cento intercettati grazie alle candidature ai bandi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’iniezione di risorse che, a vario titolo, arriva dall’Europa è davvero significativa. Uno dei motivi per i quali il Comune ha deciso di rafforzare – in termini di organico – l’ufficio bandi europei che arriverà a una compagine di cinque risorse quest’anno. “Già nello scorso mandato ho avviato una strategia di valorizzazione di Ferrara incentrata sull’aggiudicarci finanziamenti grazie ai progetti europei. Per questo secondo mandato vogliamo accelerare ulteriormente, puntando su strategie innovative e progetti pilota per la nostra città. Basti pensare che, dal 2019 ad oggi, i fondi europei portati a Ferrara ammontano a 26 milioni di euro. Fondi per interventi necessari alla città ma che non pesano sulle casse del Comune”. Dall’altra parte della cornetta, dalla Polonia, è il vicesindaco con delega ai progetti europei, Alessandro Balboni. Assieme a lui una delegazione del Comune composta dai funzionari dell’Ufficio Progetto Europei, a Lodz, con l’obiettivo di cercare nuovi partner internazionali e promuovere Ferrara all’evento Urban Future 2025. Tre giorni di conferenze e networking per portare a casa nuove idee e nuove potenziali linee di finanziamento, dalla rigenerazione urbana fino alla valorizzazione del patrimonio culturale. Un mix di confronto fra amministratori da tutte le latitudini, imprese private e agenzie internazionali. Ma torniamo ai numeri e ai progetti più recenti che stanno prendendo forma. Ferrara ha a disposizione circa 13 milioni di euro per dieci interventi di rigenerazione urbana nell’ambito della strategia Look Up! Atuss, tra cui Piazza Travaglio, il Museo di Storia Naturale, un tratto di mura cittadine e l’area dei Bagni Ducali. Un altro progetto chiave, sempre finanziato con risorse comunitarie, è il Central Bosc: il nuovo parco da 1,5 milioni di euro che collegherà la zona Est della città al centro storico con piste ciclopedonali, aree ludiche inclusive e tecnologie per il monitoraggio ambientale. Inoltre, la nostra città partecipa o ha partecipato a diversi progetti di cooperazione territoriale: da Air Break (cinque milioni, concluso) “che ha ridotto l’inquinamento, permesso la realizzazione di nuove piste ciclabili, piantumazione di nuove alberature e sensori”; Small (che promuove la mobilità sostenibile; Jewels Tour (1,7 milioni, in corso fino al 2028) per valorizzare il patrimonio ebraico a fini turistici; Campus, che affronta gli effetti climatici sui siti Unesco e Sole, che punta a creare laboratori aperti per innovazione e formazione nei Paesi del Mediterraneo. Fra l’altro, proprio in questo periodo, si sta definendo la strategia per il prossimo settennato di finanziamenti che concederà l’Ue. “Il potenziamento dell’ufficio comunale dedicato ai fondi europei – scandisce – è strategico perché ci consentirà di mettere più forze in campo e di aumentare il monte di risorse intercettato. Se nel primo mandato siamo riusciti a ottenere 26 milioni di euro, durante il prossimo dovremo raddoppiare questa cifra”.
Federico Di Bisceglie
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