alle 19 l’affluenza cala al 30,76%

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In una città che da due giorni discute di programmi, griglie e possibili ballottaggi, la prima notizia di giornata è il vuoto nei corridoi dei seggi. Il dato delle 19 fotografa un calo secco di partecipazione e rimette sotto la lente le cause – politiche e sociali – che tengono i genovesi lontani dalle urne.

Il termometro dei seggi

Il ministero dell’Interno registra alle 19 un’affluenza del 30,76 %: poco meno di un genovese su tre si è recato ai 653 seggi sparsi tra centro e delegazioni. A mezzogiorno aveva votato solo il 13,35 %, segnale di una partenza lenta che non si è mai davvero invertita. Nello stesso istante il dato nazionale delle comunali in 126 città tocca il 33,48 %: Genova resta così sotto la media, pur dentro una tendenza generale alla flessione.

Il confronto storico rafforza la percezione di disaffezione. Nel 2022 alla stessa ora si era fermato alle urne il 32,05 %, già considerato allora un risultato modesto; nel 2017, con una sola giornata di voto, il 35,09 %. Il numero odierno vale quindi un taglio di oltre quattro punti in otto anni. Da segnalare che stavolta si vota su due giorni – oggi fino alle 23, domani dalle 7 alle 15 – ma la finestra più ampia, invece di spingere la partecipazione, sembra diluirla.

Chi corre per Palazzo Tursi

Sette i nomi sulla scheda, ma la sfida vera è tra Pietro Piciocchi (centrodestra) e Silvia Salis (centrosinistra). Con loro corrono Mattia Crucioli, Raffaella Gualco, Antonella Marras, Cinzia Ronzitti e Francesco Toscano, espressione di formazioni civiche o di minoranza ideologica. Palazzo Tursi, scrivono gli analisti, sarà verosimilmente deciso al secondo turno se nessuno supererà il 50 % più uno.

Piciocchi, vicesindaco reggente e assessore al Bilancio nell’era Bucci, punta sul proseguimento dei grandi cantieri – Gronda e Skymetro – e su un patto fiscale che promette sgravi alle imprese portuali. Salis, ex martellista e vicepresidente del Coni, brandisce il tema ambientale e propone di ridisegnare la mobilità con tram e aree 30. Sullo sfondo, cinque candidati minori provano a intercettare l’elettorato disilluso in cerca di alternative.

Le ragioni del calo

Il primo elemento è il calendario: con i seggi aperti anche lunedì, molti elettori scelgono di posticipare il voto o lo considerano meno urgente, dicono gli osservatori. La “giornata baciata dal sole”, come l’ha definita la cronaca locale, ha dirottato qualcuno verso il litorale; altri, complice un’età media cittadina di 49,5 anni, preferiscono evitare code e spostamenti.

C’è poi un fattore politico. Dopo la vittoria regionale del centrodestra e uno scandalo giudiziario che ha coinvolto figure di spicco, molti cittadini faticano a percepire novità reali nell’offerta elettorale. La campagna si è giocata su sondaggi che davano Salis in lieve vantaggio ma con Piciocchi in rimonta, e sull’interminabile dibattito su opere già finanziate. L’impressione, raccontano i cronisti, è che una parte dell’elettorato abbia scelto il silenzio come forma di critica.

Le voci dei protagonisti

«Ho appena votato con la mia famiglia. È un gesto semplice ma potentissimo», scrive Pietro Piciocchi sui social, spronando i concittadini a “non lasciare che siano gli altri a decidere”. Poco dopo gli fa eco Silvia Salis: «Votare è un atto di cura per la propria città». Entrambi invitano al voto senza sfiorare toni polemici, consapevoli che la bassa affluenza minaccia la loro stessa legittimazione politica.

Dai seggi arrivano anche le parole dell’ex sindaco e oggi governatore Marco Bucci, che di buon mattino ha ricordato: «Si decide il futuro di Genova, non restate a guardare». Il messaggio, però, non pare aver scaldato gli animi oltre la cerchia dei militanti. Al termine della prima giornata il dato parla da sé e riapre il tema, antico, del rapporto tra il Palazzo e una città che invecchia e si restringe.

Le prossime tappe

I seggi chiuderanno questa sera alle 23; domani si riparte alle 7 per chiudere definitivamente alle 15. Subito dopo scatterà lo spoglio: prima le comunali, poi i municipi. Se nessuno dei sette aspiranti sindaci supererà la soglia del 50 %, Genova tornerà al voto per il ballottaggio domenica 8 e lunedì 9 giugno.

Il risultato finale è atteso in tarda serata di lunedì. Da martedì si comincerà a misurare il peso dei partiti, a fare conti sui voti disgiunti e sui trasferimenti in vista del possibile secondo round. Intanto la città fa i conti con il segnale più immediato: una partecipazione debole, che mette in discussione la forza del mandato di chiunque conquisti la poltrona più prestigiosa di via Garibaldi.



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