il nuovo Ddl sulla caccia legalizza il bracconaggio

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Un duro attacco al Ddl sulla caccia che potrebbe approdare a breve in Consiglio dei Ministri: Legambiente alza la voce e definisce il provvedimento “inaccettabile”.


Secondo l’associazione c’è il rischio concreto di una deregolamentazione che legittimerebbe la caccia illegale, minando decenni di impegni per la salvaguardia della fauna selvatica.

Se questo testo venisse approvato – afferma il presidente dell’associazione, Stefano Ciafaniverrebbero spazzati via sessant’anni di politiche di tutela ambientale, compromettendo gli obblighi sanciti dalla Costituzione”. Il riferimento è all’articolo 9, modificato nel 2022, che impone allo Stato di salvaguardare gli ecosistemi e proteggere gli animali. Una norma che, secondo l’organizzazione ambientalista, verrebbe clamorosamente ignorata da questa proposta di legge.

L’allarme viene rilanciato in concomitanza con un anniversario simbolico: i dieci anni dall’introduzione nel Codice penale dei delitti ambientali.

Un traguardo importante che, secondo Legambiente, rischia di essere vanificato se non si compie un ulteriore passo avanti: rendere i reati contro gli animali veri e propri crimini, puniti con pene detentive severe.

La richiesta è chiara: inserire nel Codice penale i reati di bracconaggio e traffico illegale di specie protette, con sanzioni che arrivino fino a sei anni di carcere.

Legambiente: “il nuovo Ddl sulla caccia legalizza il bracconaggio”

Tra gli esempi più drammatici della vulnerabilità della fauna selvatica, Legambiente cita il caso dell’ibis eremita, una specie a forte rischio di estinzione, frequentemente bersaglio di fucili nonostante la protezione di cui dovrebbe godere. Una situazione che, secondo l’associazione, dimostra quanto sia urgente rafforzare gli strumenti di contrasto al bracconaggio, anziché depotenziare quelli esistenti.

Preoccupa anche il mancato rispetto delle nuove norme costituzionali: a tre anni dalla riforma dell’art. 9, l’80% delle leggi approvate non è in linea con i principi di tutela della fauna. A farne le spese sono soprattutto gli animali selvatici, spesso ignorati dal legislatore a favore di una maggiore attenzione verso quelli da compagnia. Intanto, le reti del bracconaggio e i traffici illegali – anche su scala internazionale – continuano a operare quasi indisturbati.

Infine, un ulteriore fronte di scontro riguarda il lupo. Mentre la Commissione Europea valuta una revisione del suo status di protezione nella Direttiva Habitat, spostandolo da specie “prioritaria” a “gestibile”, Legambiente denuncia l’intenzione del governo italiano di adeguarsi al ribasso. Secondo l’associazione, si tratta di una scelta dettata dalle pressioni del mondo venatorio e delle lobby armigere, in aperto contrasto con le evidenze scientifiche e con la necessità di garantire una convivenza sostenibile tra l’uomo e la fauna selvatica.

L’appello di Legambiente

Chiediamo al presidente del Consiglio di fermare questa deriva legislativa e di difendere le conquiste ambientali ottenute in decenni di lotte e impegno civile”, conclude Ciafani. Una battaglia che, per Legambiente, non riguarda solo la difesa degli animali, ma il rispetto dei principi fondamentali dello Stato di diritto e della responsabilità ambientale.



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