Effettua la tua ricerca
More results...
Oltre la metà delle micro e piccole imprese italiane vorrebbe assumere nella seconda metà del 2025, ma l’incontro tra domanda e offerta di lavoro resta critico. CNA: “Il problema non è congiunturale, ma strutturale”
In un contesto economico caratterizzato da una crescita del PIL nazionale sotto l’1%, una piccola impresa su due in Italia guarda con ottimismo al futuro e programma nuove assunzioni nei prossimi mesi. A rivelarlo è un’indagine condotta dall’Area Studi e Ricerche della CNA, su un campione di oltre duemila imprese artigiane, micro e piccole aderenti alla Confederazione, rappresentative dell’apparato produttivo nazionale.
L’analisi evidenzia come il 50,8% delle imprese coinvolte intenda procedere con nuove assunzioni nel secondo semestre dell’anno. Di queste, il 30,8% prevede due inserimenti e il 7,8% tre o più, con punte significative nei settori manifatturiero e delle costruzioni. Tuttavia, l’entusiasmo si scontra con una realtà ormai nota: la difficoltà a reperire personale qualificato.
Costruzioni e manifattura trainano la domanda
A livello macro-settoriale, il comparto delle costruzioni guida la classifica: il 57,5% delle imprese prevede nuove assunzioni, seguito dalla manifattura (51,9%) e dai servizi (45,6%). Nel dettaglio, si cercano figure nei settori dell’edilizia (54,5%) e soprattutto nell’installazione di impianti (59,2%). I profili più richiesti? Installatori e manutentori (climatizzazione, elettrico-elettronici, idrico-sanitari), muratori e capi cantiere.
Anche la manifattura mostra segnali di vitalità, con particolare fermento nella meccanica (56%) e nella filiera moda (52,8%). Gli artigiani cercano elettricisti, costruttori di carpenteria metallica, addetti alla produzione di macchine utensili, sarti, falegnami e montatori di arredi. Nel settore dei servizi, spiccano le richieste in ristorazione, trasporti e autoriparazioni, dove si cercano autisti, cuochi, camerieri, meccatronici, carrozzieri, parrucchieri e operatori estetici.
Competenze introvabili e selezioni in salita
Nonostante una crescita occupazionale storica – 24,3 milioni di occupati a febbraio – il mercato del lavoro non riesce a soddisfare la domanda delle imprese. Una su tre dichiara di non aver trovato alcun candidato idoneo, mentre il 55,4% lamenta difficoltà nella selezione per mancanza di competenze adeguate (47,7%) o offerte economiche ritenute non sufficienti da parte dei candidati (7,7%).
Sorprende che il “passaparola” resti il canale preferito per trovare personale (42,1%), davanti a agenzie private (21,5%) e annunci (15,1%). Solo il 10,7% si affida a scuole e università, e appena il 6,8% utilizza i centri per l’impiego. Dati che sollevano dubbi sull’efficacia dei canali istituzionali e dei percorsi di formazione pubblica.
Contratti stabili e strategia di lungo periodo
Le imprese che intendono assumere puntano su forme contrattuali stabili: il 34,6% predilige il tempo indeterminato, il 21,5% l’apprendistato e il 9,8% il tirocinio formativo. Una scelta che riflette una visione strategica, identificata dagli esperti CNA come *Labour Hoarding*: in un periodo di crescita rallentata, molte imprese preferiscono “fare scorta” di lavoratori, trattenendo o assumendo figure difficili da trovare, per non farsi cogliere impreparate da una futura ripresa.
In definitiva, il problema dell’occupazione nelle piccole imprese italiane non risiede tanto nella volontà di assumere, quanto nella capacità del sistema di formare e indirizzare i lavoratori verso le reali esigenze del tessuto produttivo. Un nodo strutturale che rischia di rallentare la crescita e ostacolare la competitività del Paese.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link