Agricoltura e territori montani: incentivi per giovani

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito
Abruzzo
Agevolazioni
Agrigento
Alessandria
Ancona
Aosta
Arezzo
Ascoli-Piceno
Aste L'Aquila
Asti
Avellino
Bari
Barletta-Andria-Trani
Basilicata
Belluno
Benevento
Bergamo
Biella
Bologna
Bolzano
Brescia
Brindisi
Cagliari
Calabria
Caltanissetta
Campania
Campobasso
Caserta
Catania
Catanzaro
Chieti
Como
Cremona
Crotone
Cuneo
Emilia-Romagna
Enna
Ferrara
Firenze
Foggia
Forli-Cesena
Friuli-Venezia Giulia
frosinone
Genova
Gorizia
Grosseto
Imperia
Isernia
Italia
La-Spezia
Latina
Lazio
Lecce
Lecco
Liguria
Livorno
Lodi
Lombardia
Lucca
Macerata
Mantova
Marche
Massa-Carrara
Matera
Messina
Milano
Modena
Molise
Monza-Brianza
Napoli
Novara
Nuoro
Olbia Tempio
Oristano
Padova
Palermo
Parma
Pavia
Perugia
Pesaro-Urbino
Pescara
Piacenza
Piemonte
Pisa
Pistoia
Pordenone
Potenza
Prato
Puglia
Ragusa
Ravenna
Reggio-Calabria
Reggio-Emilia
Rieti
Rimini
Roma
Rovigo
Salerno
Sardegna
Sassari
Savona
Sicilia
Siena
Siracusa
Sondrio
Sud sardegna
Taranto
Teramo
Terni
Torino
Toscana
Trapani
Trentino-Alto Adige
Trento
Treviso
Trieste
Udine
Umbria
Valle d'Aosta
Varese
Veneto
Venezia
Verbania
Vercelli
Verona
Vibo-Valentia
Vicenza
Viterbo


Agricoltura e territori montani: incentivi per giovani
(e sviluppo sostenibile)
di Filippo Del Vecchio

Con l’obiettivo di rilanciare l’imprenditorialità agricola nelle aree montane e rurali e favorire l’inclusione delle giovani generazioni e delle donne nel settore primario, il Ministero dell’Agricoltura ha approvato un nuovo pacchetto di misure incentivanti. Il decreto del 23 febbraio 2024, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 12 aprile 2024, aggiorna e rafforza le precedenti disposizioni del decreto del 20 luglio 2022, adeguandosi al Regolamento UE 2022/2472 relativo agli aiuti di Stato in agricoltura. Il provvedimento si inserisce in una più ampia strategia di sostegno alle zone montane, in linea con gli articoli 2, 3 e 119 della Costituzione italiana e con gli articoli 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea e punta a contrastare lo spopolamento, promuovere l’occupazione e valorizzare le risorse naturali e culturali dei territori marginali.

Le agevolazioni previste sono destinate a micro, piccole e medie imprese agricole, costituite in qualsiasi forma giuridica, guidate da giovani tra i 18 e i 41 anni, con sede operativa in Italia ed esercitanti, in via esclusiva, attività agricola ai sensi dell’articolo 2135 del Codice civile. Sono ammesse due categorie principali di beneficiari: la prima riguarda le imprese che subentrano nella gestione di un’intera azienda agricola già attiva da almeno due anni; in questo caso, l’impresa dev’essere stata costituita da non più di sei mesi e il subentro, anche per successione, deve essere già avvenuto o completato entro tre mesi dalla data della delibera di ammissione. La seconda categoria comprende imprese agricole già operative da almeno due anni, che intendano sviluppare o consolidare progetti nei settori della produzione, trasformazione o commercializzazione di prodotti agricoli.

I benefici economici consistono in mutui agevolati a tasso zero della durata massima di dieci anni e in contributi a fondo perduto fino al 35% della spesa ammissibile. I progetti finanziabili non possono superare l’importo complessivo di 1,5 milioni di euro, al netto dell’IVA e devono essere finalizzati al raggiungimento degli obiettivi indicati nel decreto. Le domande di accesso alle agevolazioni devono essere presentate a ISMEA, l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare e devono contenere informazioni dettagliate sull’impresa, sulle caratteristiche del progetto e sulle spese previste. La procedura di valutazione deve concludersi entro sei mesi dalla presentazione della domanda e l’eventuale ammissione sarà formalizzata con una delibera che definirà modalità e importo dell’aiuto concesso.

Sono previsti precisi vincoli per evitare cumuli di benefici: le imprese richiedenti non devono aver già usufruito delle agevolazioni previste dal Capo III del decreto legislativo n. 185/2000 e, per i cinque anni successivi alla delibera, i soci non potranno detenere quote o azioni in altre imprese beneficiarie delle stesse misure. Questo pacchetto di incentivi si propone dunque come un intervento concreto per sostenere il ricambio generazionale in agricoltura, rafforzare l’imprenditoria nei territori montani e garantire nuova linfa a un settore fondamentale per la sostenibilità ambientale, economica e sociale del Paese.

A tal proposito, il Senato, il 13 ottobre 2024 (16 aprile 2025 approdato alla Camera e ancora in attesa di approvazione), ha approvato il disegno di legge n. 2126, in materia di “Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane”, che prevede il finanziamento di diverse iniziative per sostenere lo sviluppo delle aree montane fino al 2035, con benefici anche per le imprese agricole. Il nuovo pacchetto di disposizioni, introdotto dal legislatore, mira a favorire lo sviluppo economico e sociale delle zone interne montane, con particolare attenzione alla valorizzazione del territorio, al sostegno delle attività locali e al ripopolamento delle aree interne.

Gli interventi, coerenti con i principi costituzionali dell’art. 119, comma 5, si articolano su più fronti. In primo luogo, viene riconosciuto un credito d’imposta del 10% agli imprenditori agricoli e forestali, singoli o associati, che operano nei comuni montani e investono, nel triennio 2024-2026, in servizi ecosistemici e ambientali favorevoli al clima e all’ambiente.

Il beneficio, soggetto a un limite di spesa annuo di 4 milioni di euro, sarà cumulabile con altri incentivi entro i costi sostenuti e utilizzabile in compensazione [i dettagli sui servizi ammissibili e le modalità di controllo saranno definiti da un decreto ministeriale] (Art. 13).

In parallelo, per incentivare l’imprenditoria giovanile, è stata prevista una seconda misura agevolativa rivolta alle micro e piccole imprese che avviano nuove attività nei comuni montani. Se il titolare ha meno di 41 anni all’avvio dell’impresa, potrà beneficiare del “bonus 41” ossia, per tre anni fiscali, di un credito d’imposta calcolato sulla base di un’aliquota agevolata del 15% su un reddito massimo di 100.000 euro. Il credito, utilizzabile solo in compensazione, è concesso entro un tetto di 20 milioni di euro l’anno a partire dal 2024 e dovrà rispettare i vincoli europei sugli aiuti di Stato “de minimis”.

Queste misure, che considerano anche la specificità dei lavoratori frontalieri e delle professioni della montagna, puntano a sostenere concretamente il rilancio delle zone montane italiane attraverso uno sviluppo sostenibile, inclusivo e orientato al futuro (Art.17).

Il pacchetto di misure approvato dal Ministero e il disegno di legge in discussione rappresentano un segnale importante verso un’agricoltura, soprattutto quella montana, più inclusiva, sostenibile e radicata nei territori. È doveroso ridare dignità alle terre alte e a chi le mantiene vive, sostenendo i giovani, le donne e le imprese locali. Solo così le aree montane potranno diventare luoghi di opportunità, innovazione e sviluppo duraturo per l’Italia.


Scopri di più da GognaBlog

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link