Manifattura. Persi in 5 anni quattromila lavoratori

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Avviare un tavolo provinciale permanente sul futuro industriale del territorio per analizzare le cause della crisi, definire soluzioni condivise e costruire una strategia di rilancio.

A sollecitarne l’apertura, Cgil, Cisl e Uil, che evidenziano come negli ultimi cinque anni il manifatturiero comasco abbia perso 4mila posti di lavoro, passando da 76mila a 72mila addetti.

Problema strutturale

«Un dato che non può essere ignorato e che segnala una sofferenza strutturale, fatta di chiusure, delocalizzazioni, incertezza sul futuro – scrivono i tre sindacati in una nota congiunta – Una crisi che impone una risposta all’altezza, fondata su una visione strategica, non su letture parziali o rassicurazioni di comodo».

A livello nazionale si moltiplicano gli appelli al rilancio del sistema produttivo: «Proposte come quelle avanzate dal presidente di Confindustria Orsini, investimenti, semplificazioni, sostegno all’export, lotta al caro energia, attenzione alla produttività e alla crisi demografica, pongono questioni vere e urgenti – proseguono i sindacati – Se serve un piano per il rilancio industriale, siamo pronti a discuterne con spirito costruttivo e responsabilità, ma un piano vero non può essere imposto dall’alto, va costruito insieme, coinvolgendo lavoratori e parti sociali attraverso il confronto. Per rilanciare l’economia comasca servono una nuova domanda interna, lavoro stabile e una visione che unisca crescita e giustizia sociale».

«Rivendichiamo con forza l’istituzione di un tavolo provinciale che coinvolga attivamente le parti sociali, le associazioni datoriali e le istituzioni, a partire dalla Provincia e dalla Camera di Commercio – evidenzia Sandro Estelli segretario generale Cgil Como – Solo un lavoro stabile e di qualità può garantire la tenuta del sistema industriale e attrarre le competenze di cui il manifatturiero comasco ha bisogno. Il rilancio del settore passa da innovazione, sostenibilità e occupazione dignitosa, sostenuto da un’economia solida che investa in competenze, rinnovo dei contratti e contrattazione aziendale. Strumenti essenziali per valorizzare il lavoro, aumentare la produttività e distribuire in modo equo la ricchezza. Solo così si costruisce un sistema industriale duraturo, capace di evolvere e affrontare le sfide future».

La strategia

«Le scelte che impattano sull’economia lariana superano i confini provinciali e nazionali – osserva Dario Esposito coordinatore Uil Lario – L’Europa ha spesso regolato più che orientato, causando rallentamenti in settori chiave come automotive e imprese energivore. Proprio per questo chiediamo l’istituzione di un tavolo provinciale di confronto: servono risposte comuni per tutelare lavoro, competenze, filiere, stabilità. Senza interventi, se non faremo massa critica, rischiamo di perdere professionalità decisive per la tenuta del sistema. Riporre al centro il lavoro è una priorità da costruire insieme».

«Condivido la necessità in un contesto che si presenta molto preoccupante di un tavolo dove ricercare insieme la capacità di ritrovare competitività per le imprese in modo che possano guardare al futuro con una giusta programmazione di investimenti e nuove tecnologie – aggiunge Daniele Magon segretario generale Cisl dei Laghi – Mantenendo al centro la persona il valore della buona occupazione e di una giusta professionalità data da una continua formazione e un contratto dignitoso».



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