fondi PNRR ai Comuni fino a 50.000 abitanti

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Comunità energetiche rinnovabili, si cambia: il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha firmato il decreto che estende i finanziamenti PNRR ai Comuni fino a 50.000 abitanti. Il provvedimento, valido anche per le richieste già presentate, introduce maggiore flessibilità nei tempi di entrata in esercizio dei progetti e consente di richiedere un anticipo fino al 30% del contributo. Viene escluso inoltre il fattore di riduzione in caso di cumulo con altri contributi, anche per le persone fisiche. In pratica, l’incentivo PNRR si potrà sommare ad altri contributi pubblici senza riduzioni.

Federico Sandrone, AD e cofondatore di Coesa
Accogliamo con favore questo importante passo verso un ampliamento della platea dei beneficiari del contributo a fondo perduto al 40%. Si tratta di una misura concreta che può realmente supportare imprese e cittadini in un momento in cui il costo dell’energia continua a rappresentare un fattore critico. Pur riconoscendo che i 90 giorni lavorativi previsti dal GSE sono ancora molti, confidiamo in un lavoro sinergico tra enti e istituzioni per accelerare l’iter e fare in modo che le risorse arrivino alle imprese nel più breve tempo possibile. È un’opportunità rilevante non solo per far fronte all’emergenza attuale, ma anche per costruire un beneficio strutturale e duraturo attraverso l’adozione di impianti fotovoltaici.

 La notizia è destinata a dare un’ulteriore scossa a un modello organizzativo che potrebbe rivelarsi fondamentale per spingere l’acceleratore della transizione energetica in Italia, ma che talvolta deve fare i conti con l’eccessiva frammentazione territoriale.

Su questo fronte si registra l’iniziativa dell’ESCo torinese Coesa , che con WeCer ha creato una comunità energetica concepita come un ombrello, sotto al quale unire produttori, consumatori e prosumer di energia verde da nord a sud.

Il progetto ha anticipato, di fatto, le successive mosse del GSE. Il Gestore dei Servizi Energetici, autorizzando la nascita di realtà nazionali, sta infatti cercando di promuovere una logica di concentrazione per ottimizzare le risorse e superare il limite delle piccole comunità energetiche, spesso schiacciate dagli oneri di gestione.

Federico Sandrone
Con WeCer abbiamo voluto creare una struttura cooperativa capace di estendere i benefici della condivisione energetica oltre i confini locali. Un sistema solido, pensato per offrire alle imprese e alle comunità un accesso semplificato all’energia rinnovabile e agli incentivi, garantendo allo stesso tempo una governance trasparente e una maggiore efficienza operativa.

L’approccio centralizzato di WeCer consente di aggregare diverse configurazioni di autoconsumo e semplificare la gestione dei flussi energetici, creando un’architettura scalabile e replicabile. Un modello virtuoso che abbatte i costi burocratici e amministrativi, nonché le spese di coordinamento e gestione, ottimizzando così l’utilizzo degli incentivi. Un cambio di paradigma fondamentale, che per i membri della CER si traduce in una gestione più professionale della comunità, che genera valore e garantisce maggior accesso alle energie green.

L’azienda ha già realizzato 8 configurazioni di autoconsumo, mentre altre 7 sono in via di realizzazione per un totale di 1,5 milioni di euro di contributi e 3,4 MWp. Coesa  ha inoltre raccolto impegni per formare altre 18 nuove configurazioni, per una potenza complessiva di 5,1 MWp, sufficienti a coprire il fabbisogno energetico annuale di almeno 2.000 famiglie. Sono allo studio altri 80 progetti, per una potenza che supera i 26 MWp.

Come funziona WeCer

I consumatori che vogliono aderire alla comunità energetica WeCer non pagano nessun costo di adesione, mentre i produttori finanziano l’impianto fotovoltaico e sostengono alcune spese richieste dal GSE. Coesa – oltre a curare in toto la realizzazione dei nuovi sistemi a energia green – facilita l’accesso agli incentivi, come il contributo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e l’incentivo sull’energia condivisa. Un aspetto importante è che i consumatori possono entrare a far parte della comunità senza dover cambiare il proprio fornitore di energia elettrica, semplificando l’adesione e garantendo continuità nelle forniture.

I produttori possono beneficiare di un contributo del 40% sulla realizzazione dell’impianto se situati in comuni con meno di 50.000 abitanti. Inoltre, sia produttori che consumatori ricevono un incentivo annuale grazie alla Tariffa Premio (TIP) applicata all’energia condivisa, favorendo il risparmio in bolletta e incentivando l’utilizzo di energia rinnovabile. Coesa  si occupa di tutte le pratiche amministrative, inclusa la registrazione gratuita del POD sul sito del GSE, un passaggio essenziale per entrare nella comunità energetica senza oneri burocratici per i partecipanti.

Verso l’elettrificazione dei consumi

 Le prospettive di sviluppo delle comunità energetiche intercettano il tema, strategico, dell’elettrificazione dei consumi. Un passaggio fondamentale per la transizione energetica verso fonti rinnovabili. Solo in Italia, considerando i trasporti, la climatizzazione degli edifici e la produzione industriale, alcune stime prevedono che la quota dei consumi energetici forniti dall’elettricità possa salire dalla media del 17% del 2015 al 46% del 2050. Sono i dati del rapporto Electrify Italy, pubblicato dalla Fondazione Enel in collaborazione con l’Energy Center del Politecnico di Torino e il Massachusetts Institute of Technology. Su questo fronte l’adeguamento delle infrastrutture elettriche per supportare l’aumento della domanda resta una delle sfide più significative.



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