Paolo Carbone “Apertura al mondo. Investire per attrarre talenti dall’estero”

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Professor Carbone, perché dovrebbero votare lei?

“Perché porto una visione chiara, realistica e internazionale: voglio un’ Università più inclusiva, innovativa e aperta al mondo. Ho maturato esperienza in numerose istituzioni accademiche, conosco le esigenze delle diverse componenti e so ascoltare, cosa tutt’altro che scontata. Mi impegno a essere un rettore che lavora con trasparenza, spirito di squadra e capacità decisionale”.

Le tre priorità del suo programma?

“La prima novità è l’istituzione di un patto per i giovani, che includa risorse dedicate a reclutamento, formazione e stabilizzazione dei ricercatori e delle ricercatrici, incentivi per attrarre talenti dall’esterno. La seconda è un piano straordinario di internazionalizzazione, per rafforzare le reti con gli altri Paesi, aumentare i corsi in lingua inglese e migliorare la mobilità in ingresso e in uscita. La terza è un modello di governance partecipata, con tavoli permanenti di confronto con studenti, personale e docenti, per garantire che le decisioni strategiche siano frutto di dialogo e non calate dall’alto”.

Università e sviluppo del territorio: quale il ruolo dell’Ateneo?

“L’Ateneo deve essere motore dello sviluppo locale: sistematizzando la capacità di valorizzare i risultati della ricerca attraverso il trasferimento tecnologico alle imprese, collaborando con le istituzioni per l’innovazione sociale e valorizzando il patrimonio culturale e ambientale umbro. Dobbiamo essere un laboratorio permanente di idee, aperto a cittadini, associazioni e imprese se davvero vogliamo contribuire al progresso economico e sociale della regione”.

Diritto allo studio: come potenziare i servizi?

“Il diritto allo studio non è solo borse di studio, ma un ecosistema di servizi che permetta a tutti di frequentare senza ostacoli. Dunque più investimenti in alloggi universitari, stipulando convenzioni con privati e riqualificando il patrimonio pubblico; migliori collegamenti di trasporto, in collaborazione con Regione e Comune, nelle aree urbane e per garantire accessibilità alle sedi periferiche; spazi decorosi e attrezzati per studiare e vivere l’università”.

Come frenare la fuga dei cervelli dall’Umbria?

“Prospettive concrete con bandi mirati per giovani ricercatori, progetti di innovazione condivisi con il tessuto produttivo, percorsi di dottorato industriale, incentivi per start-up e spin-off. Dobbiamo costruire un ambiente universitario stimolante e attrattivo per chi deve scegliere dove e come vivere un importante capitolo della propria vita qual è quello universitario”.



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