Falsi pareri dell’Agenzia delle Entrate, attenzione alla truffa

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L’Agenzia delle Entrate ha segnalato la circolazione di documenti falsi spacciati per pareri ufficiali, apparentemente rilasciati in risposta a istanze di interpello – che in realtà non sono mai state presentate.

Il fenomeno riguarda in particolare il tema dell’accollo di debiti tributari altrui estinti tramite compensazione, che potrebbe aprire la strada a truffe ai danni di tutti i contribuenti e dei professionisti.

I falsi interpelli segnalati dall’Agenzia delle Entrate

Secondo quanto riportato nel comunicato stampa diffuso dal Fisco, sono stati individuati pareri contraffatti, apparentemente a firma dell’Agenzia delle Entrate stessa, che trattano casi mai sottoposti in via ufficiale attraverso la procedura dell’interpello.

L’ambito interessato è molto specifico e delicato: si parla di accollo di debiti fiscali di terzi con successiva estinzione mediante compensazione con crediti d’imposta di altri soggetti. Una pratica che può esporre in realtà a illeciti e addirittura reati.

Accollo di debiti con crediti d’imposta di terzi

L’accollo di debiti fiscali altrui avviene quando una persona o un’impresa si fa carico del debito fiscale (es. Iva, Irap, imposte dirette) di un altro contribuente.

Il soggetto che ha preso in carico il debito (accollo) non lo paga in contanti, ma usando un meccanismo chiamato compensazione. Invece di versare soldi, utilizza un credito d’imposta per saldare il debito.

In questo caso i crediti usati per compensare il debito non appartengono al soggetto che fa l’accollo, ma a un altro contribuente ancora.

Facciamo un esempio pratico:

La società A ha un debito IVA di 50.000 euro.
La società B si offre di accollarsi questo debito.
Per pagarlo, la società B usa in compensazione un credito d’imposta intestato alla società C.

Attenzione però: la normativa stabilisce che la compensazione, in questi casi, è indebita, al fine di evitare possibili frodi fiscali e pratiche di elusione ed evasione

La diffusione di pareri secondo qui l’Agenzia delle Entrate avrebbe cambiato le regole, apre le porte dunque a truffe che potrebbero costare care ai contribuenti, facendo anche cadere in trappola professionisti e consulenti.

Verificare sempre l’autenticità dei pareri Ade

L’Agenzia invita i cittadini e gli operatori a verificare con attenzione la provenienza dei pareri, soprattutto quando questi non sono pubblicati sul sito istituzionale. Bisogna ricordare che non tutte le risposte fornite in sede di interpello devono essere rese pubbliche, secondo quanto previsto dal provvedimento n. 185630 del 7 agosto 2018.

In caso di dubbi sull’autenticità di un documento, è bene rivolgersi direttamente agli Uffici consulenza delle Direzioni regionali o centrali dell’Ade e chiedere conferma della legittimità del parere.

Come difendersi dai falsi, alcuni consigli pratici

Ecco alcuni suggerimenti per riconoscere e gestire questi casi:

  • controllare il sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate per verificare la presenza del parere;
  • in caso di interpelli non pubblicati, richiedere conferma all’Ufficio consulenza competente;
  • non fare affidamento su documenti ricevuti da terzi senza prima verificarne l’origine;
  • in caso di dubbi, segnalare il caso alle autorità competenti.

È utile anche contattare telefonicamente direttamente la stessa Agenzia delle Entrate per avere delucidazioni su come muoversi:

  • 800 909696 (da telefono fisso, numero verde gratuito);
  • 06 976176.89 (da cellulare, tariffa ordinaria);
  • +39 0645470468 (dall’estero, tariffa ordinaria).





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