il Distretto D50 avvia tirocini per persone con disabilità. Aziende cercasi

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Il Distretto Socio-Sanitario D50 ha lanciato un progetto rivoluzionario per l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità: 12 tirocini formativi retribuiti, della durata di 10 mesi, con l’obiettivo di promuovere l’autonomia e l’integrazione sociale.

Percorsi di autonomia per persone con disabilità” si inserisce nella Missione 5 del Pnrr, per ‘Inclusione e Coesione’, e vuole superare concretamente ogni barriera che oggi impedisce a molti cittadini con disabilità di accedere al lavoro e a una vita indipendente. “Si tratta di un’azione concreta per affermare il diritto all’autonomia e alla dignità per tutte e tutti – ha dichiarato il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida, presidente del Comitato dei sindaci del Distretto –. Ora è fondamentale che le aziende del territorio rispondano a questo appello e accolgano i tirocinanti. L’inclusione parte dai territori, e da chi ha il coraggio di cambiare davvero”.

A realizzare il progetto sarà l’ente di formazione “Futura”, selezionato tramite procedura pubblica. I tirocini, che si concluderanno entro il 31 marzo 2026 (salvo proroghe), saranno costruiti su misura, con tutor aziendali dedicati e un percorso guidato di crescita e consapevolezza. “Il progetto – spiega la direttrice del Distretto Marilena Cricchio – si rivolge in particolare alle persone con disabilità, anche gravi, che non hanno un supporto familiare e che rischiano di essere tagliate fuori da ogni opportunità. Questi tirocini vogliono essere una risposta concreta”.

Oltre all’indennità mensile di 500 euro lordi per ciascun tirocinante, è previsto un rimborso di 250 euro lordi al mese per i tutor aziendali. Per le imprese non ci sono costi, solo benefici: si promuove la responsabilità sociale d’impresa, si scoprono nuovi talenti spesso inascoltati, si migliora il clima aziendale e si accede a incentivi per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità.

Chiediamo alle aziende del territorio – si legge nel comunicato ufficiale – di aprire le porte a questa sfida di civiltà, diventando parte attiva nel costruire una comunità più giusta, inclusiva e coesa”.

Il progetto rientra in un piano nazionale di ampio respiro, coordinato dal Ministero del Lavoro in collaborazione con le Regioni, che punta a rafforzare i servizi di assistenza personalizzata per le persone vulnerabili. Gli interventi previsti sono molteplici: oltre al supporto domiciliare, verranno rinnovati gli spazi abitativi in funzione delle esigenze specifiche, utilizzando anche immobili confiscati alla criminalità organizzata. Saranno forniti strumenti tecnologici e formazione digitale per favorire l’autonomia e lo smart working. L’inclusione, insomma, non si ferma alla teoria.

Inserimento lavorativo: un’opportunità concreta, non un obbligo

Nel mondo del lavoro di oggi, essere aggiornati non basta più: servono visione, empatia e responsabilità sociale. Un’azienda davvero competitiva non è solo quella che genera profitto, ma quella che abbatte barriere, anche invisibili, e diventa agente attivo di un cambiamento culturale. Accogliere una persona con disabilità non significa adempiere a un dovere, ma cogliere un’occasione di crescita collettiva.

Inclusione: oltre l’accoglienza, l’integrazione reale

“Includere non è assimilare. Se una persona con disabilità viene ammessa in un’organizzazione che non cambia, viene solo tollerata. Se invece entrambi si adattano, allora c’è integrazione” affermava Andrea Canevaro, editore e pedagogista impegnato sul fronte dell’inclusione sociale, con particolare attenzione ed interesse nell’ambito della disabilità e dell’handicap. Ecco perché accogliere in azienda una persona con disabilità significa molto di più che offrire un contratto: significa offrirle identità sociale, riconoscimento, dignità. Ma richiede anche un cambiamento da parte dell’organizzazione, nel modo di pensare, pianificare, comunicare.

Vantaggio: lavorare meglio, tutti

L’inserimento di persone con disabilità può attivare meccanismi virtuosi. I Piani Provinciali Disabili e strumenti come l’iniziativa “Percorsi di autonomia per persone con disabilità” offre incentivi concreti alle imprese: contributi economici, rimborsi per la formazione, adeguamento delle postazioni e abbattimento delle barriere architettoniche, anche grazie al supporto dell’INAIL. E non è solo una questione di fondi: è l’occasione per riorganizzare gli spazi in modo più razionale e funzionale per tutti.

Crescita: più diversità, più valore

Uno studio di Astra Ricerche presentato da AISM e Manageritalia lo ha dimostrato: il 65% dei manager intervistati ha visto un miglioramento nel clima aziendale dopo l’ingresso di persone con disabilità. L’88,2% ha dichiarato che ha migliorato la propria capacità di leadership, imparando a rivedere schemi mentali. L’82,5% ha affermato che l’inclusione ha superato ogni stereotipo, senza episodi di esclusione. Dunque, la disabilità non è un limite ma una risorsa: umana, organizzativa, persino economica.

Sono questi i motivi per cui il Distretto D50 oggi chiede alle imprese del territorio di rispondere a un appello che va oltre il singolo progetto. È un invito ad essere parte attiva del cambiamento, a diventare incubatori di civiltà. Perché un lavoro non cambia solo una persona. Cambia anche la comunità che lo offre.

E non si ferma nemmeno ai confini del Comune di Trapani: il Distretto D50 comprende anche Erice, Paceco, Valderice, Custonaci, San Vito Lo Capo, Buseto Palizzolo, Favignana, Castellammare del Golfo, Alcamo, Calatafimi-Segesta, Salemi, Vita, Gibellina, Poggioreale, Santa Ninfa, Partanna, Castelvetrano, Campobello di Mazara, Mazara del Vallo, Petrosino e Marsala. Una rete ampia, che adesso è chiamata a fare sistema per far sì che nessuno resti indietro.

Per aderire come azienda ospitante, basta contattare l’Ente Futura Formazione al numero 328-6554955 o scrivere a david.amantia@futuraformazione.eu. È un’occasione concreta per contribuire al cambiamento, ma anche per arricchire le proprie realtà con persone che chiedono solo un’opportunità. “Inclusione con la I maiuscola – ha ribadito Tranchida – significa costruire percorsi reali, non parole. E questo progetto lo dimostra”.





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