L’allarme della commissione fiscale del Congresso Usa: la “tassa della vendetta” di Trump farà fuggire i capitali stranieri

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Anche il Congresso Usa avverte che la “tassa della vendetta” di Donald Trump rischia di allontanare gli investitori stranieri dai mercati statunitensi. Trasformandosi in un clamoroso boomerang, nota Bloomberg. Si parla dell’articolo 899 del Big, beautiful bill approvato dalla Camera su pressione del presidente, che – come raccontato dal fattoquotidiano.it – introduce un aumento di imposte fino a 20 punti percentuali su interessi, dividendi, redditi delle persone fisiche e delle società percepiti da investitori e aziende di Paesi ritenuti “fiscalmente discriminatori” nei confronti delle imprese Usa. Una norma pensata come ritorsione contro norme europee come le tasse sui servizi digitali, ma che potrebbe avere effetti collaterali pesantissimi per l’economia americana.

Il Joint Committee on Taxation del Congresso, organismo tecnico bipartisan incaricato di valutare gli impatti delle norme tributarie, ha calcolato che nel breve termine la sovrattassa potrebbe garantire un gettito di circa 116 miliardi di dollari in 10 anni. Ma già dal 2028 gli effetti negativi supererebbero i benefici, trasformando il saldo in una perdita che raggiungerebbe i 12,9 miliardi l’anno nel 2033 e 2034 a causa della diminuzione della redditività delle aziende colpite e della svalutazione degli asset statunitensi. In una nota inviata a Bloomberg Tax, il direttore della commissione Thomas Barthold scrive che la misura produrrebbe una fuga di capitali stranieri dagli asset americani, un calo della domanda estera di investimenti diretti e finanziari e un generale aumento dell’elusione da parte delle multinazionali straniere.

Anche a Wall Street il provvedimento è stato letto come un ulteriore segnale della perdita di appeal degli asset americani in seguito alle decisioni dell’amministrazione Trump. Il dollaro ha perso circa il 7% dall’inizio dell’anno, i rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine sono saliti e, come ricorda Bloomberg, il downgrade del rating sovrano da parte di Moody’s aumenta il rischio di fuga dal maxi debito pubblico Usa.

Il presidente della Commissione Ways and Means della Camera, il repubblicano Jason Smith, ha dichiarato di sperare che l’articolo 899 resti uno strumento di deterrenza e non venga mai effettivamente applicato.



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