Comunali 2025, l’emergenza abitativa al centro dei programmi degli aspiranti sindaci

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Nuoro È il più grande paradosso dell’Atene sarda. Da un lato, un capoluogo di provincia che negli ultimi dieci anni ha perso 4mila abitanti, dall’altro, circa 400 appartamenti vuoti nel tessuto urbano e oltre 300 famiglie smarrite nell’attesa perenne dell’assegnazione di un alloggio. Ma quello dell’emergenza abitativa in città resta un problema atavico e reale. Una piaga che c’è, si vede e che passa attraverso la lenta riqualificazione di interi quartieri che, a partire dal secondo dopoguerra, sono nati o si sono sviluppati nell’ottica dell’essere dedicati all’edilizia residenziale pubblica.

Ma come mai il crollo demografico anzi che attutire l’emergenza, contribuisce invece ad aggravarla? Semplicemente perché a Nuoro, la reale disponibilità di alloggi è in netta contrapposizione con l’effettiva accessibilità all’abitare. Una criticità, questa, nota da sempre alle amministrazioni comunali succedutesi negli ultimi decenni ma che nonostante tutti gli sforzi fatti, resta lontana da un definitiva risoluzione. A Nuoro, in tema di edilizia residenziale pubblica, i cittadini assistono inermi alla presenza di tanti cantieri a cielo aperto e i motivi sono molteplici. A partire da questioni oggi ancora in mano ai tribunali, come nel caso dei 44 alloggi del quartiere Su Pinu, per arrivare alle promesse difficili da mantenere, come nel caso del vortice all’interno del quale si ritrova il complesso popolare di Monte Gurtei. Un’area persa in un appalto che continua a sollevare perplessità soprattutto tra gli stessi abitanti della zona, che attendevano da decenni una riqualificazione delle loro case rese fatiscenti dal tempo e dall’inerzia.

Per chi si appresta a governare la città nel prossimo quinquennio, questa, di fatto, resterà la vera emergenza da affrontare all’interno del tessuto urbano. Un’urgenza che deriva dal tempo che passa. Un tempo durante il quale, mentre le impalcature, seppur con lentezza, la fanno da padrone a Monte Gurtei, contemporaneamente al Nuraghe, nell’area popolare del quartiere di Istiritta e in via Gonario Pinna, a pochi passi dalla nuova zona commerciale di via don Bosco, le strutture continuano a deteriorarsi e a diventare sempre più inaccessibili ai portatori di disabilità e sempre più pericolose per le famiglie e gli anziani che già ci vivono.

L’aggravarsi dell’emergenza abitativa in città, negli ultimi nove anni trascorsi sotto l’egida dell’amministrazione Soddu, ha contribuito anche a far nascere nuove problematiche non del tutto secondarie. Tra queste, sopratutto quella dell’occupazione abusiva di varie strutture e di altri spazi pubblici. Restano noti alle cronache, a questo proposito, gli episodi accaduti nei locali della scuola di San Pietro, in via Malta; e in quelli della scuola di Furreddu in viale Costituzione. Esempi concreti, nei quali alcune famiglie, mosse dalla disperazione del non avere una casa, hanno occupato altri spazi comunali in realtà deputati alla cura dell’educazione.



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