Il Pacchetto Omnibus e lo Standard VSME: nuovi scenari per la professione del commercialista

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Negli ultimi anni, l’attenzione verso i temi della sostenibilità è aumentata esponenzialmente, riflettendosi in una produzione normativa progressivamente più articolata e incisiva. L’Europa è stata tra le protagoniste assolute di questa evoluzione, adottando numerose normative, tra cui la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), mirata a estendere gli obblighi di rendicontazione delle imprese in ambito ambientale, sociale e di governance (ESG).

Tuttavia, proprio la complessità crescente di questi obblighi ha spinto l’Unione Europea a introdurre significative modifiche con il recente Pacchetto Omnibus. Tale pacchetto, infatti, ha previsto una semplificazione per le piccole e medie imprese (PMI), con una proposta, ancora da approvare, di escludere dagli obblighi di reportistica CSRD tutte le aziende con meno di 1.000 dipendenti. Tale modifica non indica, però, una minore importanza della sostenibilità per le PMI, bensì introduce un diverso strumento: lo Standard di Rendicontazione di Sostenibilità Volontario per le PMI, noto con l’acronimo VSME (Voluntary Sustainability Reporting Standards for Non-Listed SMEs).

Lo standard VSME rappresenta una occasione per le imprese, fornendo loro uno strumento semplice, agile e modulare per comunicare il proprio impegno ESG al mercato. Lo standard è stato appositamente progettato per essere facilmente adottabile, anche da aziende con strutture interne limitate, offrendo due livelli distinti di approfondimento: un Modulo base, che comprende indicatori essenziali quali emissioni dirette, consumi energetici, governance aziendale, e un Modulo completo, che ha come prerequisito il completamento del Modulo base, e che approfondisce aspetti più dettagliati come l’impatto sociale e la gestione della catena di fornitura.

Per i consulenti di impresa e in particolare i commercialisti, che tradizionalmente operano in prevalenza su temi fiscali e amministrativi, questo cambiamento rappresenta una grande opportunità professionale. In un contesto in cui il mercato è sempre più sensibile ai temi della sostenibilità, la conoscenza e l’applicazione dello standard VSME possono divenire leve strategiche fondamentali per distinguere il ruolo professionale e ampliare significativamente il ventaglio dei servizi offerti. La reale opportunità di sviluppo professionale sta nel fatto che il VSME è accessibile anche a professionisti che non trattano normalmente la materia e non hanno molto tempo da dedicare allo studio di argomenti extra alla materia classica. Inoltre, ad oggi, il VSME non è soggetto a sanzioni e nemmeno a dover rispettare alcuna normativa, ciò alleggerisce il carico di aggiornamento e di impegno da parte del commercialista.

Andando più nel dettaglio, il VSME secondo il Modulo base prevede undici informative di rendicontazione, suddivise in quattro categorie principali:

  • Informazioni Generali, che è a sua volta suddiviso in B1 Informazioni di base: include la scelta del modulo, la descrizione dell’attività aziendale e le certificazioni di sostenibilità; B2 Pratiche, politiche e iniziative future: include le azioni intraprese o pianificate per la transizione verso un’economia sostenibile;
  • Ambiente, che prevede dati su consumi energetici, emissioni, uso delle risorse naturali e iniziative ambientali;
  • Aspetti Sociali, che riguarda condizioni di lavoro, inclusione, formazione, salute e sicurezza dei lavoratori;
  • Governance, che copre aspetti come la struttura di governance aziendale, la gestione dei rischi ESG e l’etica aziendale.

Mentre il Modulo completo è pensato per imprese che desiderano fornire una rendicontazione più articolata e dettagliata, in linea con le aspettative degli stakeholder istituzionali o più esigenti come banche, investitori o grandi clienti. Tale modulo richiede l’analisi di materialità (detta anche di rilevanza), ossia i temi ESG che sono rilevanti per e a causa del core business dell’azienda e anche secondo i propri stakeholder; le informative da fornire dipendono, quindi, dai risultati di questa analisi, rendendo il Modulo completo più flessibile, ma anche più impegnativo in termini di preparazione. Non è obbligatorio svolgere la doppia materialità completa e complessa, pur tuttavia non si impedisce il suo svolgimento. Le principali caratteristiche del Modulo completo includono: approccio modulare e tematico, con informative più approfondite rispetto al Modulo base; maggiore trasparenza su impatti, rischi e opportunità ESG; allineamento con gli standard europei ESRS, pur mantenendo una struttura semplificata. Più nel dettaglio, il Modulo completo si articola in tre sezioni principali, ciascuna con sottosezioni tematiche:

  • Informazioni Generali, composto da C1 Base per la preparazione: richiede il perimetro del report, la frequenza, e i principi contabili adottati; C2 Governance e strategia: include la struttura di governance, la strategia di sostenibilità e la gestione dei rischi ESG; C3 Politiche e obiettivi: dettaglia le politiche adottate e gli obiettivi di sostenibilità, con indicatori di performance;
  • Temi Ambientali, caratterizzato da C4 Cambiamento climatico: riguarda emissioni GHG, strategie di mitigazione e adattamento; C5 Risorse e circolarità: copre uso di materie prime, acqua, energia, e gestione dei rifiuti; C6 Biodiversità e inquinamento: richiede impatti su ecosistemi, uso del suolo, inquinamento di aria, acqua e suolo;
  • Temi Sociali e di Governance, formato da C7 Lavoratori: rappresenta condizioni di lavoro, salute e sicurezza, formazione, diversità e inclusione; C8 Comunità e diritti umani: racchiude impatti sociali, relazioni con le comunità locali, rispetto dei diritti umani; C9 Condotta aziendale: prevede etica, anticorruzione, trasparenza fiscale, gestione dei reclami.

Tali argomenti sono accessibili a professionisti provenienti dalle aree economico-finanziaria e giuridica, i quali con una lieve formazione possono anche occuparsi di dati riguardo alle risorse umane e anche ai vari sotto ambiti della materia ambientale. A fronte di ciò, il commercialista può essere coinvolto in numerose attività collegate all’adozione dello standard VSME. Un primo ambito operativo è quello della raccolta, mappatura e validazione delle informazioni ESG presenti nell’impresa, con particolare attenzione a definire chiaramente il perimetro informativo e assicurare una corretta integrazione con i dati economico-contabili già in uso. Il professionista può, inoltre, fornire supporto nella redazione della rendicontazione vera e propria, garantendo che le informazioni siano coerenti, comprensibili e di facile lettura per stakeholder in particolare quelli esterni, quali banche, investitori o clienti. Un’altra fattispecie importante è l’assistenza finanziaria, attraverso cui il commercialista, valorizzando i dati ESG ottenuti attraverso il VSME, può facilitare l’accesso delle PMI a strumenti di credito agevolato o sostenibile. In un periodo storico, in cui banche e istituti finanziari pongono crescente attenzione a criteri ESG nella concessione del credito, anche dovuto a un obbligo in capo a loro stessi secondo la normativa SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation), la capacità di presentare informazioni ESG validate e standardizzate diventa un vantaggio competitivo fondamentale per l’impresa. Non meno rilevante è il ruolo che il commercialista può ricoprire nell’advisory strategico, che significa aiutare le aziende a sfruttare al meglio il proprio impegno per la sostenibilità, migliorando il posizionamento reputazionale sul mercato e favorendo l’inserimento in filiere produttive sensibili ai criteri ESG. Infine, il commercialista può assumere anche un ruolo formativo interno all’azienda, contribuendo alla diffusione di una cultura della sostenibilità che coinvolga i vari livelli organizzativi.

Oltre a tali importanti opportunità, grazie alla CSRD e ai VSME, al commercialista si aprono altre due strade molto interessanti, il revisore legale di sostenibilità per il quale ora è possibile abilitarsi ed essere inseriti in una lista dedicata nel portale di revisione legale del Mef. La revisione del bilancio di sostenibilità è una attività obbligatoria per le imprese rientranti nella CSRD, ma anche una attività che diventerà sempre più diffusa tra le PMI rientranti nelle filiere B2B nazionali e internazionali, le quali, seppur non obbligate, per dare valore al proprio bilancio opteranno per una asseverazione c.d. limited assurance di terza parte indipendente. Per chi svolge già l’attività di revisore legale dei conti si rivela una opportunità di sviluppo professionale da offrire a imprese già assistite e a supporto di colleghi non competenti in materia presenti in altre imprese. La seconda opportunità riguarda il ruolo del sindaco, ossia il collegio sindacale di imprese obbligate alla CSRD e anche per alcune PMI in filiera. Tale opportunità nasce in primis dalla necessità dei CdA e dei soci di gestire i rischi ESG e le numerose richieste di compliance ESG da parte degli istituti di credito e anche dei clienti B2B, in secundis perché proprio negli standard ESRS, in particolare ESRS 2 e in quelli di governance (G1) si monitora quanto i CdA e gli organi di controllo (collegio sindacale) siano competenti negli ambiti ESG e climatico.



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