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Più pratiche evase, più fondi erogati, più attenzione ad imprese e lavoratori con un welfare ancor più attento sulle esigenze. Nell’evento che ha riscosso l’apprezzamento di tutti i partecipanti organizzato dallo staff di Ebam – guidato dalla direttrice Cinzia Marincioni – per celebrare i 30 anni dell’Ente bilaterale artigianato Marche, si è discusso del tema del welfare come leva di crescita per l’artigianato e rimarcato che la bilateralità rappresenta il ponte tra imprese e lavoratori. La riflessione oltre che basata sui numeri e sui trend ha voluto avere un carattere intergenerazionale con un confronto con i giovani, ascoltando le loro opinioni e aspettative. A Pesaro si sono ritrovati i vertici di Ebna, Ente bilaterale nazionale e i delegati dei 21 enti regionali che condividono quanto innovazione e formazione siano le leve per affrontare un momento congiunturale complesso per l’artigianato. «Il lavoro di Ebam – ha detto il presidente Riccardo Battisti nei saluti introduttivi – è quello di sostenere imprese e lavoratori verso obiettivi di miglioramento mettendo a disposizione nuove ed ulteriori risorse che derivano dall’accordo interconfederale volto ad incrementare le prestazioni. Il sistema bilaterale artigiano interessa nelle Marche, la regione più artigiana d’Italia, una famiglia su quattro».
Romano Benini
I numeri evidenziano il ruolo primario dell’Ente con 21.444 prestazioni complessive erogate in un decennio a lavoratori e imprese per importi totali pari a euro 9.572.993. Il Fondo di solidarietà bilaterale alternativo per l’artigianato (Fsba), fondo privatistico ma ad interesse pubblico che interviene a favore delle lavoratrici e dei lavoratori in caso di sospensione o riduzione dell’orario di lavoro per difficoltà aziendali, ha erogato dal 2016 al 2024 importi per 240.478.421 euro con 21.068 imprese beneficiarie e 86.804 dipendenti delle aziende. La fase Covid ha fatto impennare le curve delle richieste di sostegno e contributi in tutti i settori. Sempre più orientato ad un welfare relazionale e ad una dimensione partecipativa, la bilateralità artigiana nelle Marche sta mettendo al centro sempre più le persone confermandosi un sistema inclusivo anche per aziende e lavoratori che si trovino in difficoltà.
Il vicesindaco di Pesaro, Daniele Vimini, ha fatto gli onori del Comune ospitante l’evento. Particolarmente atteso l’intervento del professor Romano Benini, docente alla Università La Sapienza e autore di programmi Rai dedicati al lavoro e all’occupazione. Nel ricordare che l’Italia, pur rappresentando appena lo 0,5% della popolazione mondiale, produce il 30% dei beni di lusso (più un ulteriore 20% per proprietà francesi) ha aggiunto alla platea molto attenta che «le cose veramente belle sono quelle che possiamo toccare» riaffermando il valore della manifattura artigiana ed ha anche richiamato al ruolo stesso dell’artigianato sottolineando la «biodiversità territoriale che in Italia è vivace talvolta anche all’interno delle stesse regioni come lo è per le Marche». Riferendosi alla nostra regione ha aggiunto «il grande lavoro che si sta facendo per il rilancio economico dell’area del sisma che già aveva una situazione di criticità pre-sisma. Laddove vengono meno gli artigiani viene meno anche la socialità e per questo le imprese artigiane sono ancora più necessarie sia per produrre lavoro e ricchezza ma anche oggetti belli fatti in un bel territorio». «La sintesi – ha concluso Benini – è che l’Italia torna a crescere se cresce il manifatturiero artigiano e, come consulente del Governo, posso anticipare che presto verranno presentate alcune novità che riguardano la scuola dei mestieri e l’autoimprenditorialità con l’obiettivo di sopperire ad una caratteristica molto italiana per la quale chi avvia un’impresa lo fa per lo più con fondi propri, circa il 95%. Per questo serve un atteggiamento diverso anche da parte del sistema bancario».
Ne è seguito poi un interessante confronto con tre studenti dell’Università di Macerata, Albina Elezi, Valentino Sturba e Alessio Poli per analizzare il punto con le nuove generazioni in un settore, quello artigiano, che ha bisogno di tornare attrattivo per i giovani, cosa possibile con percorsi di carriera chiari e salari crescenti e la percezione che a fare la differenza sia il capitale umano.
La tavola rotonda con i referenti nazionali sindacali e datoriali ha toccato tutti i temi più importanti legati alla bilateralità come leva di crescita e al welfare contrattuale: dal ruolo dell’Ente nazionale negli enti regionali alle specificità del welfare derivante dalla bilateralità rispetto a quello aziendale, le peculiarità della contrattazione artigiana e del suo welfare, i vantaggi per un’impresa artigiana di aderire al sistema bilaterale, il ruolo dei fondi integrativi dedicati alla salute e alla formazione fino al fondo Fsba. Oggi le imprese aderenti ad Ebam sono 11.902 mentre i lavoratori 65.686 con una media occupati di 5,5. Rispetto alle aree contrattuali la meccanica resta quella preminente con 4.229 seguita da servizi alla persona e moda. Le prestazioni Ebam alle aziende hanno riguardato principalmente l’innovazione tecnologica e l’occupazione aggiuntiva mentre quelle alle persone si sono riferite ad assegni di studio, contributi sanitari e sussidi scolastici. Nel corso della giornata sono stati premiati anche i dipendenti Elisabetta Malacari, Monia Manzotti e Graziano Brunozzi per gli oltre 30 anni di servizio in Ebam.
Le conclusioni sono state a cura di Massimo Giacchetti, vicepresidente di Ebam che ha detto: «L’artigianato ha bisogno dei giovani. Dobbiamo rendere le imprese più attrattive offrendo alle giovani possibilità di carriera, sicurezza e benessere. La buona formazione professionale ed il welfare contrattuale saranno per il futuro gli impegni dell’Ebam per sostenere l’artigianato delle Marche».
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