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Keystone
Le imprese svizzere devono massicciamente investire nella digitalizzazione, per evitare di essere superate dalla concorrenza negli anni a venire.
Lo ritiene l’83% di 200 responsabili informatici aziendali interrogati nell’ambito di un sondaggio realizzato da Cisco, multinazionale americana attiva nelle infrastrutture di rete.
Gli esperti in questione – il 60% lavora in realtà con oltre 1000 dipendenti, il 40% in ditte più piccole, ma di almeno 250 addetti – attribuiscono in media un voto di 5 al livello di digitalizzazione in Svizzera, cioè un giudizio buono, emerge dai risultati dell’indagine diffusi ieri.
L’82% degli interpellati afferma addirittura che la Confederazione svolge un ruolo di primo piano nel settore rispetto ai suoi vicini europei.
«Negli ultimi anni abbiamo fatto molte cose giuste per quanto riguarda la digitalizzazione nel paese», commenta Christopher Tighe, direttore di Cisco Svizzera, citato in un comunicato. «Ma questo non deve essere un motivo per mollare la presa: è il momento di costruire sulle buone basi con investimenti informatici strategici, in modo che la Confederazione rimanga una nazione leader nel campo».
Il 58% dei responsabili delle decisioni in ambito informatico (IT) afferma che i dipendenti delle loro aziende sono attualmente autorizzati a lavorare in remoto – cioè da casa o in viaggio – per almeno tre giorni alla settima. Solo nel 12% delle società il lavoro in mobilità è limitato a un giorno o non è consentito affatto. Oltre la metà (53%) degli intervistati si aspetta inoltre che l’autorizzazione all’attività mobile venga estesa, mentre il 38% ritiene che non cambierà nulla e solo il 9% prevede una regressione.
«I risultati dello studio non devono cullare le ditte elvetiche svizzere in un senso di sicurezza», mette in guardia Matthias Wick, CTO (direttore tecnico) di Cisco Svizzera, a sua volta citato nella nota. «C’è ancora molto da fare. Sono stati stabiliti buoni principi, in particolare nei settori dell’intelligenza artificiale e della sicurezza informatica, ma altri paesi sono molto più avanti in termini di attuazione», conclude il dirigente.
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