L’8 giugno è la Giornata mondiale degli oceani: attesa per la Conferenza Onu di Nizza

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Si celebra l’8 giugno la Giornata mondiale degli Oceani, in occasione dell’anniversario della Conferenza mondiale su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro. Si tratta di un’occasione per riflettere sui benefici che sono in grado di fornirci e il dovere che incombe su ogni individuo e sulla collettività di interagire con gli oceani in modo sostenibile, affinché siano soddisfatte le attuali esigenze, senza compromettere quelle delle generazioni future.

Quella di quest’anno si preannuncia come la più grande giornata mai realizzata per l’azione a favore degli oceani e del clima e porta avanti il tema scelto per l’edizione 2024, cioè catalizzare l’azione per i nostri oceani e il clima. Ed è ciò che si cercherà di fare a Nizza, in Francia, dal 9 al 13 giugno, in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani del 2025, incentrata su ‘Accelerare l’azione e mobilitare tutti gli attori per la conservazione e l’uso sostenibile degli oceani’. Si punterà sull’attuazione dell’Obiettivo di sviluppo sostenibile 14, con tre priorità principali, per produrre un ambizioso Piano d’azione di Nizza per gli oceani. In particolare, lavorare per il completamento dei processi multilaterali legati all’oceano, mobilitare risorse finanziarie e sostenere lo sviluppo di un’economia blu sostenibile, rafforzare e diffondere meglio le conoscenze legate alle scienze marine per migliorare il processo decisionale.

E proprio in vista della Conferenza dell’Onu, giovedì l’Unione europea ha adottato il Patto europeo per gli Oceani, che riunisce le politiche oceaniche dell’Ue in un unico quadro di riferimento e che sarà presentato proprio a Nizza il 9 giugno dalla presidente Ursula von der Leyen. Sei le priorità individuate: proteggere e ripristinare la salute degli oceani; rafforzare la competitività dell’economia blu sostenibile dell’Ue; sostenere le comunità costiere, insulari e le regioni ultraperiferiche; promuovere la ricerca, la conoscenza, le competenze e l’innovazione oceaniche; rafforzare la sicurezza e la difesa marina, anche con una flotta europea di droni all’avanguardia che sfrutterà tecnologie come l’intelligenza artificiale e sensori avanzati per il monitoraggio; rafforzare la diplomazia oceanica dell’Ue e la governance internazionale degli oceani.

L’impatto del cambiamento climatico sugli oceani è devastante. Secondo gli ultimi dati diffusi da Copernicus, il riscaldamento degli oceani nel 2024 ha portato a nuove temperature record. L’oceano è più caldo che mai, non solo in superficie, ma anche in profondità, fino ai 2000 metri superiori. Dal 2023 al 2024, il contenuto termico oceanico (OHC) a livello globale, nella parte superiore dei 2000 metri, è aumentato di 16 zettajoule (10 21 Joule), ovvero circa 40 volte la produzione totale di elettricità mondiale nel 2023. E l’aumento della temperatura media della superficie del mare dalla fine degli anni ’50 è stato impressionante.

Un oceano più caldo influisce sulla vita marina e provoca gravi danni. “Il modo principale in cui l’oceano influenza costantemente il clima è aumentando il vapore acqueo, un potente gas serra, nell’atmosfera fino a livelli estremi pericolosi”, spiega Kevin Trenberth, ricercatore senior presso il National Center for Atmospheric Research. “Un riscaldamento maggiore porta a maggiori rischi di siccità e incendi boschivi e alimenta il rischio di inondazioni e tempeste di ogni tipo, inclusi uragani e tifoni”.

Negli ultimi 12 mesi, ben 138 Paesi hanno registrato le temperature più calde di sempre. Siccità, ondate di calore, inondazioni e incendi boschivi hanno colpito, tra gli altri, Africa, Asia meridionale, Filippine, Brasile, Europa, Stati Uniti, Cile e la Grande Barriera Corallina. Dal 1980, ad esempio, i disastri climatici sono costati agli Stati Uniti quasi 3 trilioni di dollari. Il calore degli oceani è la misura migliore per monitorare il cambiamento climatico.



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