Pmi, dalla finanza innovativa un poker di opportunità

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Negli ultimi anni il panorama della finanza alternativa ha offerto alle Pmi diverse leve per sostenere la crescita e gli investimenti, superando potenziali limitazioni del credito bancario. Un recente documento del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ha analizzato le caratteristiche di alcuni di questi strumenti. Vediamo qui, in particolare, vantaggi, rischi, costi, di crowdfunding, vendor loan, minibond e strumenti finanziari partecipativi.

Il crowdfunding (finanziamento collettivo) è uno degli strumenti che ha guadagnato maggiore popolarità. Dal punto di vista di una Pmi, il vantaggio principale risiede nella sua potenziale accessibilità. Permette di bypassare i canali bancari tradizionali e di raggiungere direttamente un vasto pubblico di possibili investitori, riducendo le richieste di garanzie collaterali. Un’altra opportunità interessante è legata al marketing e alla visibilità che una campagna di crowdfunding può generare per l’impresa e il suo progetto.

Tuttavia, questo strumento non è esente da rischi e costi. La preparazione e la gestione di una campagna richiedono risorse e impegno, e la riuscita non è garantita. Se l’obiettivo di raccolta non viene raggiunto, l’impresa potrebbe aver sostenuto spese importanti senza ottenere il capitale desiderato. Le piattaforme di crowdfunding applicano inoltre commissioni che possono essere significative in rapporto al capitale raccolto.

Il vendor loan rappresenta una forma di finanziamento fornita direttamente dal venditore all’acquirente, tipicamente nell’ambito di acquisizioni o cessioni di azienda, ma può essere usato anche per finanziare l’acquisto di beni o servizi specifici. Il principale vantaggio per una Pmi che acquista è la flessibilità che può offrire, con termini di pagamento dilazionati o personalizzati che possono alleggerire la pressione immediata sulla liquidità. Inoltre, può facilitare l’accordo tra acquirente e venditore. Ma il costo, in termini di interessi applicati dal venditore, potrebbe essere superiore rispetto a un finanziamento bancario tradizionale.

I minibond sono titoli di debito emessi da Pmi non quotate per finanziarsi sul mercato dei capitali. Per una Pmi, l’opportunità principale offerta dai minibond è la possibilità di raccogliere capitali, anche di entità significativa, superiori a quello che si può ottenere tramite il credito bancario tradizionale, e magari con scadenze più lunghe. Il mercato dei minibond ha raccolto 1,5 miliardi di euro nel 2024, segnalando un interesse crescente da parte delle imprese e degli investitori. Un singolare aspetto che caratterizza i minibond consiste nel fatto che l’operazione di emissione non viene segnalata in Centrale rischi della Banca d’Italia. Tuttavia, l’emissione di minibond comporta costi iniziali non indifferenti, legati alla strutturazione dell’operazione. Richiede inoltre una certa struttura aziendale e trasparenza informativa, per attrarre investitori.

Infine, gli strumenti finanziari partecipativi sono veicoli che consentono a un’impresa di raccogliere capitali attribuendo agli investitori diritti patrimoniali e/o amministrativi, senza necessariamente conferire la qualità di socio in senso stretto. L’opportunità principale per la Pmi è di ottenere finanziamenti a lungo termine che possono essere meno onerosi per la liquidità nel breve periodo, in quanto il rendimento per l’investitore è spesso legato ai risultati economici dell’impresa. Questo può far convergere gli interessi dell’investitore a quelli dell’impresa. Il rischio principale è la potenziale diluizione del controllo o degli utili per i soci esistenti, a seconda dei diritti attribuiti.

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