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Le aziende italiane prevedono un aumento degli investimenti in cybersecurity


La cybersecurity sta acquisendo sempre più importanza tra le aziende italiane, vista soprattutto come una leva per la competitività e la creazione di valore. A sottolinearlo è la ricerca “Global Future of Cyber Survey 2025” di Deloitte dalla quale emerge che il 52% delle imprese italiane prevede di aumentare gli investimenti in cybersecurity entro i prossimi due anni. 

Le aziende mirano anche a integrare maggiormente il tema della protezione cyber nelle discussioni della board aziendale. Attualmente, nel 69% dei casi l’argomento viene affrontato su base almeno mensile, mentre nel 26% dei casi su base almeno settimanale.

“In un contesto di mercato sempre più digitalizzato le imprese italiane devono operare in uno scenario di cybersecurity in continua evoluzione, contraddistinto da sfide complesse ma anche da nuove opportunità per incrementare ulteriormente il valore di business” ha affermato Matthew Holt, Cyber Leader di Deloitte Central Mediterranean. “Oggi la cybersecurity è riconosciuta non solo come un elemento di difesa delle infrastrutture digitali, ma anche in qualità di fattore abilitante per la digital transformation e la competitività delle imprese sul mercato: la protezione dei dati critici, degli asset e del know-how aziendale, insieme all’integrità della fiducia e della reputazione agli occhi dei clienti, sono infatti elementi determinanti per una crescita consolidata nel lungo periodo“.

La volontà di aumentare gli investimenti in cybersecurity nasce non solo dalla necessità di migliorare i sistemi di difesa, ma anche dal fatto che la sicurezza viene vista come un fattore strategico determinante non solo per la competitività aziendale, ma anche per la sostenibilità e la reputazione.

Stando ai risultati della ricerca, la cybersecurity è un fattore abilitante fondamentale per la gestione degli ecosistemi cloud, contribuendo a ridurre la complessità degli ambienti, favorendo l’adozione di nuove tecnologie e garantendo risposte tempestive agli attacchi. Tra le strategie di protezione più adottate ci sono l’uso di tecnologie di monitoraggio di componenti e soluzioni (57%), i controlli sull’identità e la gestione degli accessi (44%) e le procedure e policy di sicurezza integrate (41%).

Nonostante l’entusiasmo delle aziende verso la cybersecurity, non mancano le barriere che rallentano l’implementazione delle strategie cyber: tra le principali, Deloitte segnala la difficoltà di assumere e mantenere i talenti, la mancanza di personale specializzato e la difficoltà di armonizzare le esigenze di protezione con la capacità di innovazione dell’impresa. 

Cybersecurity: investimenti anche sull’IA

Nel mondo della cybersecurity crescono anche gli investimenti in tecnologie di intelligenza artificiale, in particolare nella GenAI e negli LLM. Tra le principali potenzialità dell’IA, 9 aziende su 10 citano la possibilità di rispondere più velocemente alle minacce e di monitorare continuamente l’integrità dell’infrastruttura digitale.

L’89% degli intervistati inoltre evidenzia tra i vantaggi la possibilità di analizzare serie storiche e dati in tempo reale per comprendere pattern e individuare attacchi inediti.

Emergono però anche numerose sfide: tra le difficoltà più impattanti, le imprese indicano una governance inadeguata delle iniziative di GenAI (50%), la necessità di sviluppare controlli efficaci tra umani e sistemi di IA (44%) e il possibile inquinamento degli output a causa della manipolazione dei dataset di addestramento (43%).

In un panorama del genere, in rapida evoluzione, il CISO sta assumendo il ruolo di coordinatore in ambito cyber tra le diverse aree di business. Secondo Deloitte, in futuro questa figura non si limiterà a gestire i piani di cybersecurity, ma diventerà una guida strategica per i vertici aziendali.



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