Banca d’Italia: Toscana, nel 2024 cresciuta la domanda di mutui e credito al consumo. Si allentano le condizioni su prestiti ipotecari

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Nel 2024 in Toscana è cresciuta la domanda di prestiti da parte delle famiglie, sia nella componente dei mutui per l’acquisto di abitazioni sia in quella del credito al consumo, la cui espansione si è però stabilizzata nella seconda parte dell’anno. Nelle previsioni degli intermediari sul primo semestre del 2025 le richieste di mutui e di credito al consumo dovrebbero continuare ad aumentare. È quanto emerge dal rapporto annuale su “L’economia della Toscana” della Banca d’Italia, presentato oggi a Firenze.

Gli intermediari operanti in Toscana che partecipano all’indagine regionale sul credito bancario hanno segnalato un leggero allentamento delle condizioni sui mutui, a fronte di una sostanziale stabilità di quelle per il credito al consumo.

Nella prima parte del 2025, le banche prefigurano criteri ancora lievemente prudenti per i prestiti al consumo e un ulteriore allentamento delle condizioni sui mutui per l’acquisto di abitazioni.

Sportelli bancari diminuiti del 2,8% nel 2024. Cresce l’uso del canale digitale

Alla fine del 2024 erano operative in Toscana 58 banche, una in più dell’anno precedente, di cui 21 con sede amministrativa in regione. La rete di dipendenze bancarie ha proseguito la contrazione in atto dal 2012, sebbene in rallentamento: il numero degli sportelli si è ridotto del 2,8%, a 1.470 unità, in un contesto di diffusione degli istituti di credito sul territorio ancora elevata e capillare (40 sportelli ogni 100.000 abitanti), molto al di sopra di quella media nazionale (33).

L’utilizzo dei canali digitali è ulteriormente cresciuto: i bonifici effettuati online nel 2024 sono stati pari all’85% del totale e la quota di individui con servizi di home banking è salita al 74% (peri rispettivamente a 90% e 73% in Italia).

Credito più contenuto ovunque, tranne a Lucca

Nel corso del 2024 si è attenuata la contrazione del credito in atto dall’anno precedente. Secondo i dati della Banca d’Italia a dicembre la riduzione sui 12 mesi dei prestiti al settore privato non finanziario è stata dello 0,5%, un calo più contenuto di quello medio nazionale. “La dinamica ha risentito di una domanda debole da parte delle imprese, frenata dall’incertezza del contesto economico internazionale e da livelli di liquidità ancora elevati. Le condizioni di offerta sono rimaste improntate alla prudenza”, si legge ne L’economia della Toscana.

La flessione dei prestiti ha interessato tutte le province toscane ad eccezione di Lucca, dove la dinamica del credito è stata sostenuta da alcune operazioni di elevato ammontare realizzate da un numero limitato di imprese; il calo è stato più intenso in quelle di Siena, Livorno e Prato.

In un contesto di graduale riduzione dei tassi di interesse, la minore intensità con cui i prestiti sono diminuiti riflette “sia l’aumento dei finanziamenti alle famiglie sia la diminuzione più contenuta del credito al settore produttivo, in particolare per le imprese di maggiore dimensione, per le quali risulta più frequente il ricorso all’indebitamento attraverso operazioni in pool”.

A marzo i finanziamenti regionali hanno ripreso a crescere (0,5%), per effetto della sostanziale stabilizzazione dei prestiti alle imprese e dell’accelerazione di quelli alle famiglie consumatrici.



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