«Made in Italy asset strategico per la crescita del Paese»

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«Le nostre industrie sono un asset strategico per lo sviluppo dell’economia italiana». Così Francesco Mutti, presidente di Centromarca, in occasione della sessantesima assemblea dell’associazione. Il portafoglio di Centromarca è costituito da 193 aziende aderenti, che comprendono oltre 2.600 grandi marchi alimentari e non food e che complessivamente sviluppano in Italia un giro d’affari di 67 miliardi di euro, occupando 100mila addetti. Le industrie rappresentate dall’associazione presieduta da Mutti valgono il 24% del mercato pubblicitario e contribuiscono a generare nella filiera del largo consumo 87 miliardi di valore condiviso, pari al 4,2% del Pil.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, salutando l’assemblea di Centromarca, ha evidenziato «l’importanza strategica di un comparto che investe in innovazione, contribuendo alla crescita sostenibile del nostro Paese». «Il valore della nostra industria di marca non è solo un motore economico e sociale – ha aggiunto Mutti – ma ha un potere superiore, quello del soft power, che un marchio riconosciuto e acclamato conferisce al Paese». Ieri, durante il convegno “Valori della persona e valore della marca”, promosso da Centromarca per celebrare i 60 anni di attività, Francesco Mutti ha anticipato che l’associazione presenterà al governo, in autunno, proposte di policy per sostenere la competitività del Paese, delle imprese e del settore del largo consumo. Servono, ha spiegato Mutti, incentivi per favorire la crescita dimensionale delle aziende e l’innovazione, semplificazione burocratica, misure di sostegno alle transizioni ecologica e digitale e maggiore tutela della proprietà intellettuale.

«Abbiamo bisogno di una politica industriale coordinata, coerente e di una visione di lungo periodo. Ma anche di un contesto regolatorio con poche norme, certe, perché l’eccesso danneggia la certezza del diritto e rende più complicato colpire le illegalità del sistema», ha affermato il presidente di Centromarca.

Intanto, stando ai risultati dell’Indagine congiunturale Centromarca, quest’anno il 55,4% delle aziende manterrà invariati gli investimenti e il 34,7% li rafforzerà. Le imprese, sempre secondo l’indagine, guardano all’anno in corso con moderato ottimismo, in considerazione dei segnali incoraggianti che iniziano a emergere, in particolare nella moderna distribuzione. «Non possiamo pensare di aumentare i quantitativi venduti agli italiani in linea di massima – ha concluso Mutti – quella che invece è una grande opportunità da cogliere è la possibilità di generare ricchezza per il sistema Paese grazie a un incremento delle esportazioni. E le esportazioni passano in modo fondamentale sempre di più proprio dalle marche».

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