Commercio a Bari, dal Comune contributi per 192 negozi: ma sono tutti in centro. «Dalle periferie nessuna richiesta»

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di
Francesco Petruzzelli

Primo bilancio per il bando “Un negozio non è un negozio”, che ha messo a disposizione fino a 50 mila euro a fondo perduto per rinnovare un’attività commerciale. Da quartieri come il San Paolo non sono arrivate domande

Più investimenti nelle zone centrali di Bari, mentre le periferie arrancano. Dal quartiere San Paolo, ad esempio, non sono arrivate domande. È il primo bilancio di “Un negozio non è solo un negozio”, il bando con il quale il Comune negli ultimi due anni ha sostenuto il commercio di prossimità.

Pubblici esercizi, che ricevendo un contributo a fondo perduto fino a un massimo di 50mila euro a proposta, hanno innovato la propria attività offrendo in cambio progetti e iniziative a favore della comunità e dei singoli quartieri, spaziando su diversi ambiti come welfare, arte, ambiente e categorie fragili.




















































I dati – presentati a Palazzo di Città dall’assessore allo Sviluppo Locale, Pietro Petruzzelli e da Letizia Carrera, docente di sociologia del DIRIUM – Laboratorio Studi Urbani URBALAB dell’università “Aldo Moro” di Bari – sono contenuti in un apposito report che ha analizzato l’impatto sociale ed economico del bando che nelle prime due annualità ha messo sul piatto ben 8 milioni di euro.

Sono ben 192 le attività commerciali sostenute, a fronte di complessive 370 domande presentate, e solo in 12 casi i beneficiari hanno poi rinunciato
. Rispetto all’impatto territoriale, la ricerca evidenzia che il 62% degli esercizi finanziati è situato nei quartieri centrali (Murat, Carrassi, Poggiofranco, San Pasquale), ma sono presenti interventi anche a Torre a Mare, Carbonara, Fesca, Libertà e Madonnella. Il quartiere San Paolo invece risulta ancora privo di beneficiari.

In termini di impatto economico, l’incremento medio del fatturato percepito dai beneficiari è stato valutato con un punteggio medio di 8,16 su 10. Il 73% delle attività ha assunto nuovo personale grazie al contributo ricevuto e ben il 7,2%, pari a circa 726mila euro, è stato invece destinato al consolidamento e all’assunzione di personale dedicato con la creazione di nuovi posti di lavoro e di nuovi contratti indeterminati e non.
Altro aspetto l’indotto, tutto rimasto nel territorio. Circa 4 milioni di euro del totale delle spese sono stati utilizzati per acquistare beni e servizi da aziende di Bari e salgano a 7,3 milioni se si fa riferimento all’intera area metropolitana (capoluogo incluso).

Per quanto riguarda invece gli indici di gradimento il punteggio medio attribuito dagli imprenditori alla qualità complessiva del bando è 9,03 su 10, mentre la valutazione dell’accompagnamento fornito dal team del Comune di Bari raggiunge 9,35 su 10. Inoltre l’88% dei beneficiari intende proseguire le collaborazioni attivate anche oltre il termine del finanziamento.

La presentazione dei dati è stata anche l’occasione per siglare le convenzioni con sette nuove realtà imprenditoriali che coniugano sviluppo commerciale e impegno per la città: sei finanziate con “Un Negozio non è solo un negozio” (bando che sostiene attività esistenti) e una da “Impresa Prossima” (bando rivolto invece alle nuove aperture). L’assessore Petruzzelli ha inoltre annunciato la pubblicazione a breve di un’altra misura “Strade Vive”: fino a 60mila euro a fondo perduto per attività commerciale di una stessa strada o di uno stesso quartiere che decidono di unire le proprie forze per offrire nuovi servizi alla clientela: dai trasporti agli acquisti digitali.

12 giugno 2025



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