L’export in Umbria cresce di più della media nazionale. Moda e olio fanno da traino

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L’export cresce in Umbria più della media nazionale. Agroalimentare e, in controtendenza, moda trainano le esportazioni della provincia di Perugia; meccanica ed elettrotecnica quelle della provincia di Terni. Complessivamente, nel 2024 si è registrato un incremento di 175 milioni di euro (su un totale di 1,2 miliardi), pari a un +16,7%, a fronte di una media nazionale dello 0,9%. Buoni i segnali anche per il 2025: nei primi tre mesi dell’anno, secondo i dati Istat, la crescita è stata del 5,1%, contro una media nazionale del 3,2%.

È quanto emerge dal Monitor dei distretti dell’Umbria elaborato dall’Ufficio Studi di Intesa Sanpaolo e presentato ieri mattina dagli economisti Giovanni Foresti e Sara Giusti, alla presenza di Simone Cascioli, direttore generale di Confindustria Umbria, e di Tito Nocentini, direttore regionale Toscana e Umbria di Intesa Sanpaolo. “In un momento caratterizzato da una grande incertezza della politica economica – ha evidenziato Foresti – il risultato dell’Umbria si dimostra ancora più apprezzabile ed evidenzia, ancora una volta, la capacità delle nostre aziende di adattarsi ai cambiamenti esterni e di guardare a diversi mercati, in particolare Cina, Emirati Arabi e Regno Unito”.

A far balzare l’export umbro – ha spiegato Sara Giusti – sono stati principalmente i distretti della maglieria e dell’abbigliamento di Perugia, sul podio tra i migliori, e quello dell’olio: entrambi hanno registrato una crescita solida e consolidata nel tempo. La maglieria, da sola, ha rappresentato il 67% delle esportazioni distrettuali, con 821 milioni di euro nel 2024 e un incremento di 114 milioni, pari al +16,1%. Il dato è particolarmente significativo considerando che, a livello nazionale, il sistema moda ha risentito del rallentamento dell’economia cinese e, più in generale, della contrazione dei consumi legata all’inflazione.

In controtendenza rispetto al totale dei distretti, invece, si segnala l’andamento negativo delle esportazioni del mobile dell’Alta Valle del Tevere, che registrano un calo complessivo dell’8,7%, condizionato soprattutto dai forti ritardi nel primo (-20%) e nel quarto trimestre (-10,3%). Nonostante il calo delle vendite per circa 3 milioni di euro (-16,8%), la Francia resta il primo mercato di sbocco, seguita da Germania (+5,0%) e Stati Uniti (+15,4%), che rafforzano la loro incidenza sul distretto.

Guardando al 2025, le prospettive restano incerte. La debolezza degli scambi internazionali e l’inasprimento delle politiche protezionistiche continuano a limitare le opportunità sui mercati esteri. I risultati saranno quindi molto differenziati a seconda del settore, del posizionamento competitivo delle imprese e della loro capacità di presidiare in modo efficace le diverse aree geografiche. Sarà fondamentale, per i distretti umbri, adottare strategie di diversificazione e flessibilità, per cogliere al meglio le opportunità che si presenteranno nei vari mercati internazionali.
“I dati presentati – ha sottolineato Cascioli – confermano la vitalità del sistema produttivo umbro e la capacità delle imprese di competere con successo sui mercati internazionali, grazie a un tessuto produttivo dinamico, orientato alla qualità e fortemente radicato nel territorio. La crescita dell’export registrata nel 2024 testimonia il valore del lavoro svolto dalle nostre aziende. In un contesto globale ancora incerto, è fondamentale continuare a investire in innovazione, competenze e internazionalizzazione, rafforzando le sinergie tra imprese, istituzioni e sistema del credito”.

“I dati sull’export mostrano ancora una volta la solidità e la capacità di adattamento del sistema produttivo umbro, che, con risultati superiori alla media nazionale, continua a distinguersi per vivacità e tenuta anche in uno scenario economico complesso – ha evidenziato Nocentini – La nostra direzione regionale, con 2,7 miliardi di euro erogati nel 2024 a favore di imprese e famiglie, è pronta a supportare con ulteriori risorse i percorsi di crescita del tessuto economico e industriale, promuovendo strategie di espansione verso nuovi mercati e sostenendo la transizione digitale ed ecologica”.



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