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Negli ultimi anni, la sostenibilità è diventata un elemento centrale nella gestione aziendale, spinta da normative europee come la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e da una crescente attenzione da parte di consumatori e investitori. In Italia, il Decreto Legislativo 6 settembre 2024, n. 125 ha recepito la CSRD, ampliando significativamente gli obblighi di rendicontazione di sostenibilità per le imprese. In questo scenario, il commercialista assume un ruolo fondamentale nel supportare le PMI nel percorso verso la sostenibilità.
Obblighi normativi per le imprese italiane
Il Decreto Legislativo 125/2024 stabilisce le seguenti scadenze per l’obbligo di rendicontazione di sostenibilità:
- Primo gennaio 2024 – Grandi imprese già soggette alla Dichiarazione Non Finanziaria (DNF)
- Primo gennaio 2025 – Grandi imprese non quotate che superano almeno due dei seguenti criteri: 250 dipendenti, 25 milioni di euro di totale attivo, 50 milioni di euro di ricavi netti
- Primo gennaio 2026 – PMI quotate (escluse le microimprese), enti creditizi piccoli e non complessi, imprese di assicurazione e riassicurazione captive
- Primo gennaio 2028 – Imprese extra-UE con ricavi superiori a 150 milioni di euro nell’UE e con almeno una filiale o succursale nell’UE.
Silvia Testi
ESG, come i commercialisti aiutano le PMI
Le competenze del commercialista possono essere impiegate in diverse aree:
- Analisi di materialità: identificare le tematiche ESG rilevanti per l’impresa.
- Rendicontazione di sostenibilità: supportare nella redazione del bilancio di sostenibilità, anche in forma semplificata.
- Indicatori ESG e KPI: selezionare e monitorare gli indicatori chiave di performance ambientale, sociale e di governance.
- Risk assessment: integrare i rischi ESG nei modelli di valutazione economico-finanziaria.
- Accesso alla finanza sostenibile: accompagnare le PMI nel dialogo con il sistema bancario e gli investitori sensibili ai temi ESG.
Analisi di materialità: identificare le tematiche ESG rilevanti
L’analisi di materialità è un processo fondamentale per determinare le tematiche ambientali, sociali e di governance (ESG) più rilevanti per un’impresa e i suoi stakeholder. Con l’introduzione della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), è obbligatorio adottare l’approccio della “doppia materialità”, che considera sia l’impatto dell’impresa sull’ambiente e la società (materialità di impatto), sia l’influenza dei fattori ESG sulla performance finanziaria dell’impresa (materialità finanziaria)
Fasi dell’analisi di materialità:
- Identificazione delle tematiche ESG: rilevare le questioni pertinenti attraverso l’analisi del contesto aziendale e delle aspettative degli stakeholder.
- Coinvolgimento degli stakeholder: consultare clienti, fornitori, dipendenti e altri portatori di interesse per comprendere le loro priorità.
- Valutazione e prioritizzazione: attribuire un peso alle tematiche identificate in base alla loro rilevanza per l’impresa e gli stakeholder.
- Elaborazione della matrice di materialità: rappresentare graficamente le tematiche prioritarie per facilitare la comunicazione e la definizione delle strategie di sostenibilità.
Redazione del Bilancio di sostenibilità
La CSRD, recepita in Italia con il Decreto Legislativo 6 settembre 2024, n. 125, impone alle imprese di redigere una rendicontazione di sostenibilità conforme agli European Sustainability Reporting Standards (ESRS). Per le PMI quotate, l’obbligo entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2026.
Componenti principali del bilancio di sostenibilità:
- Strategia di sostenibilità: obiettivi e politiche adottate dall’impresa in ambito ESG.
- Governance: strutture e processi di gestione dei rischi e delle opportunità ESG.
- Indicatori di performance: dati quantitativi e qualitativi che evidenziano l’impatto dell’impresa in ambito ambientale, sociale e di governance.
- Dichiarazione di conformità: attestazione della conformità agli standard ESRS
Per le PMI non soggette all’obbligo, è comunque consigliabile adottare una rendicontazione volontaria per rispondere alle crescenti richieste di trasparenza da parte di clienti, investitori e istituzioni finanziarie.
Indicatori ESG e KPI: selezione e monitoraggio
La selezione di indicatori chiave di performance (KPI) ESG è essenziale per monitorare e migliorare le performance di sostenibilità dell’impresa. Gli standard ESRS forniscono un quadro di riferimento per l’identificazione di tali indicatori, che devono essere pertinenti, comparabili, verificabili e comprensibili.
Esempi di KPI ESG:
- Ambientali: emissioni di gas serra, consumo energetico, utilizzo di risorse idriche.
- Sociali: tasso di infortuni sul lavoro, formazione dei dipendenti, diversità e inclusione.
- Governance: composizione del consiglio di amministrazione, politiche anticorruzione, gestione dei rischi
Il commercialista può supportare l’impresa nella definizione dei KPI più rilevanti e nella predisposizione di sistemi di raccolta e analisi dei dati.
Integrazione dei rischi ESG nella valutazione aziendale
L’integrazione dei rischi ESG nella valutazione economico-finanziaria dell’impresa è fondamentale per una gestione proattiva e resiliente. Le Linee Guida dell’Autorità Bancaria Europea (EBA) sulla gestione dei rischi ESG, applicabili a partire dall’11 gennaio 2026, forniscono un quadro metodologico per l’identificazione, la valutazione e il monitoraggio di tali rischi .
Approccio al risk assessment ESG:
- Identificazione dei rischi: analisi dei potenziali impatti negativi dei fattori ESG sull’impresa.
- Valutazione della materialità: determinazione della significatività dei rischi identificati.
- Integrazione nei processi decisionali: incorporazione dei rischi ESG nelle strategie aziendali e nei processi di gestione del rischio.
- Monitoraggio e reporting: implementazione di sistemi per il monitoraggio continuo e la comunicazione dei rischi ESG.
Accesso alla finanza sostenibile
In ottica di finanza sostenibile, l’accesso al credito è sempre più influenzato dalle performance ESG delle imprese. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha pubblicato un documento guida per facilitare il dialogo tra PMI e banche sui temi della sostenibilità, proponendo un set di 45 indicatori ESG specifici per le PMI.
Ruolo del commercialista:
- Preparazione della documentazione ESG: supporto nella raccolta e presentazione delle informazioni richieste dagli istituti finanziari.
- Valutazione dell’idoneità ai finanziamenti sostenibili: analisi dei requisiti per l’accesso a strumenti finanziari legati alla sostenibilità.
- Assistenza nella comunicazione con gli investitori: elaborazione di report e presentazioni che evidenzino l’impegno dell’impresa in ambito ESG.
Il commercialista svolge un ruolo strategico nel supportare le PMI italiane nel percorso verso la sostenibilità, offrendo competenze tecniche e consulenza specializzata per l’adeguamento alle normative ESG, la gestione dei rischi in azienda e l’accesso alla finanza sostenibile. Attraverso un approccio integrato e proattivo, è possibile trasformare le sfide della sostenibilità in opportunità di crescita e innovazione per le imprese.
Incentivi e supporto per le PMI
Il Piano d’Azione Nazionale sulla Responsabilità Sociale d’Impresa prevede specifiche misure per le PMI, tra cui:
- Incentivi per gli investimenti in responsabilità sociale d’impresa.
- Sostegno per attività di reporting e rendicontazione.
- Definizione di linee guida semplificate per la sicurezza sul lavoro.
La sostenibilità rappresenta una leva strategica per le PMI italiane. Il commercialista, con le sue competenze trasversali, può guidare l’imprenditore nell’adozione di pratiche sostenibili, contribuendo non solo alla conformità normativa ma anche alla creazione di valore a lungo termine.
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