Aumentano le imprese che scommettono sulla coesione

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito
Abruzzo
Agevolazioni
Agrigento
Alessandria
Ancona
Aosta
Arezzo
Ascoli-Piceno
Aste L'Aquila
Asti
Avellino
Bari
Barletta-Andria-Trani
Basilicata
Belluno
Benevento
Bergamo
Biella
Bologna
Bolzano
Brescia
Brindisi
Cagliari
Calabria
Caltanissetta
Campania
Campobasso
Caserta
Catania
Catanzaro
Chieti
Como
Cremona
Crotone
Cuneo
Emilia-Romagna
Enna
Ferrara
Firenze
Foggia
Forli-Cesena
Friuli-Venezia Giulia
frosinone
Genova
Gorizia
Grosseto
Imperia
Isernia
Italia
La-Spezia
Latina
Lazio
Lecce
Lecco
Liguria
Livorno
Lodi
Lombardia
Lucca
Macerata
Mantova
Marche
Massa-Carrara
Matera
Medio Campidano
Messina
Milano
Modena
Molise
Monza-Brianza
Napoli
Novara
Nuoro
Olbia Tempio
Oristano
Padova
Palermo
Parma
Pavia
Perugia
Pesaro-Urbino
Pescara
Piacenza
Piemonte
Pisa
Pistoia
Pordenone
Potenza
Prato
Puglia
Ragusa
Ravenna
Reggio-Calabria
Reggio-Emilia
Rieti
Rimini
Roma
Rovigo
Salerno
Sardegna
Sassari
Savona
Sicilia
Siena
Siracusa
Sondrio
Sud sardegna
Taranto
Teramo
Terni
Torino
Toscana
Trapani
Trentino-Alto Adige
Trento
Treviso
Trieste
Udine
Umbria
Valle d'Aosta
Varese
Veneto
Venezia
Verbania
Vercelli
Verona
Vibo-Valentia
Vicenza
Viterbo


Mantova, 13 giu. (askanews) – Aumenta il numero delle imprese italiane che puntano sulla coesione come fattore di competizione. Nel 2024 rappresentano il 44% delle imprese manifatturiere italiane, una quota in crescita di 12 punti percentuali rispetto al 32% del 2018 (e di un punto percentuale rispetto al 2023). Ancora più significativo è l’aumento del numero medio di relazioni instaurate con soggetti del territorio, passate da 1,9 a 2,8 nel corso dello stesso periodo, a comprova di una sempre maggiore complessità delle relazioni strette dalle imprese con i principali attori del territorio in cui si trovano ad operare. E’ la fotografia scattata dal rapporto “Coesione è competizione” di Fondazione Symbola, Intesa Sanpaolo, Unioncamere e Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne in collaborazione con Aiccon e Ipsos.

Il report, presentato oggi a Mantova al Seminario Estivo di Fondazione Symbola, analizza e racconta i fattori più significativi della competitività del nostro Paese, con particolare attenzione verso gli aspetti che non vengono colti dagli indicatori economici più diffusi, sottolineando l’importanza della collaborazione per le imprese. La coesione migliora il legame e il radicamento nelle comunità e nei territori, accresce il senso di appartenenza e soddisfazione di vita dei dipendenti, il coinvolgimento e il dialogo con i clienti. Si conferma, anche per il 2024, la consuetudine da parte delle imprese coesive a stabilire legami con i lavoratori. Crescono le collaborazioni con tutti gli stakeholder considerati, dalle altre imprese alle associazioni di categoria, dalle banche agli enti non profit, dalle istituzioni locali ai clienti, delineando un ecosistema sempre più aperto e interdipendente; con un’unica eccezione data da una minore relazionalità del mondo imprenditoriale con quello scolastico/accademico.

Sette imprese coesive su dieci hanno investito in sostenibilità ambientale negli ultimi tre anni e più di otto su dieci lo hanno fatto in tecnologie digitali 4.0. Inoltre, più del 60% delle imprese coesive ha investito in attività di ricerca e sviluppo. Questa apertura all’innovazione emerge con maggiore vigore nei territori che possono essere essi stessi considerati più “coesivi”, poiché caratterizzati da un più elevato livello di ricchezza prodotta oltre che da una maggiore generatività del tessuto imprenditoriale e da un più intenso benessere espresso in termini di soddisfazione dei cittadini per la propria vita, di partecipazione degli stessi alla vita civica, politica e culturale, nonché di impegno nei confronti della crisi climatica.

“La coesione è un formidabile fattore produttivo – commenta Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – in particolare in Italia. L’incrocio tra imprese, comunità, territori, innovazione e bellezza è fondamentale per la nostra economia e per il made in Italy. L’Unione Europea ha indirizzato le risorse del Next Generation EU e anche del Recovery Fund per rilanciare l’economia su coesione -inclusione, transizione verde e digitale. Con l’obiettivo di azzerare le emissioni nette di CO2 entro il 2050. L’Italia può essere protagonista della sostenibilità se si sente parte di una sfida comune come le imprese raccontate in questo rapporto. Perché, come afferma il Manifesto di Assisi, ‘affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro’”.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link