Chi guida la rivoluzione sostenibile? Ce lo rivelano i dati Istat

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Il triennio 2020-2022 fotografa un’Italia che innova con pragmatismo, dove la dimensione aziendale fa ancora la differenza, ma cresce la consapevolezza che innovare – anche in modo sostenibile – non è più un’opzione, ma una necessità competitiva.

Per le PMI, il messaggio è chiaro: innovare conviene. Per le istituzioni, è il momento di rafforzare strumenti di supporto, agevolazioni e reti collaborative, perché l’innovazione è la chiave per un sistema produttivo più resiliente, competitivo e green.

Innovazione delle imprese: il report Istat

Le imprese italiane cambiano pelle. Secondo il report Istat “L’Innovazione nelle imprese 2020-2022”, nel triennio segnato dalla pandemia e dalla transizione digitale ed ecologica, il 58,6% delle imprese con almeno 10 addetti ha realizzato attività innovative. È una svolta decisa, che coinvolge sia i colossi industriali che le piccole realtà produttive del Paese.

Le PMI non stanno a guardare: oltre una su due (55,8%) ha investito in innovazione. Sebbene le grandi imprese restino leader in termini di capacità innovativa (84,7% di attive), è evidente la diffusione della cultura dell’innovazione anche tra i piccoli.
In particolare, cresce l’attenzione all’efficienza dei processi, con il 53% delle imprese che ha introdotto nuove modalità produttive o organizzative.

Il settore più dinamico è l’industria in senso stretto, con un tasso di innovazione del 65,1%. Seguono i servizi (56,1%) e, più distanziate, le costruzioni (46,7%).
I comparti più “smart” invece si confermano la farmaceutica, l’elettronica e l’automotive, con un tasso di innovazione pari all’80%.

Innovazione green: le grandi aziende fanno scuola

Il 40,1% delle imprese innovatrici ha introdotto soluzioni a basso impatto ambientale. Ma è tra le grandi aziende che si registra l’impulso più forte: oltre il 62% ha integrato la sostenibilità nei propri percorsi innovativi. Risparmio energetico, riduzione delle emissioni e uso di materiali meno inquinanti sono le priorità.

Nel 2022, le imprese hanno investito 30,6 miliardi di euro in innovazione, con una media di 5.400 euro per addetto. La voce principale? La ricerca e sviluppo (63% della spesa totale).

Collaborazione? Ancora un tallone d’Achille

Nonostante l’importanza riconosciuta delle partnership, solo il 22,7% delle imprese ha collaborato con soggetti esterni per innovare. A fare eccezione, ancora una volta, sono le grandi imprese (52,1%), che cooperano più spesso con università, centri di ricerca e fornitori strategici.

Solo il 20% delle imprese ha beneficiato di finanziamenti pubblici per innovare, mentre il 29,7% ha usufruito di agevolazioni fiscali.
Una criticità soprattutto per le PMI, frenate spesso dalla mancanza di risorse, indicata da una su quattro come ostacolo all’innovazione.



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