Start-up nel Lazio, nuova strategia da 100 milioni per attrarre capitale e innovazione

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Martedì scorso, 10 giugno 2025, la Regione Lazio ha presentato a Roma una strategia strutturata e ambiziosa per potenziare l’ecosistema dell’innovazione, con un focus preciso: creare un ambiente favorevole agli investimenti in startup e scale-up.

Una nuova stagione per il venture capital nel Lazio

La nuova politica regionale, progettata da Lazio Innova, si fonda su un impegno economico rilevante – oltre 100 milioni di euro – finanziati tramite il PR FESR 2021-2027 e attraverso rientri generati da precedenti iniziative.

L’obiettivo dichiarato è attrarre capitali privati, ridurre i rischi percepiti dagli investitori, e rafforzare il posizionamento del Lazio come uno dei principali hub italiani per la nascita e la crescita di imprese innovative. Il piano non si limita all’erogazione di fondi: si parla di un modello integrato basato su investimenti in equity, sostegni a fondo perduto, servizi specialistici e interventi di sistema.

Quattro strumenti operativi per il sostegno alle startup

La nuova strategia si articola in quattro strumenti principali, ciascuno con una funzione ben definita nella filiera dell’investimento.

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Lazio Venture 2: destinato a Gestori Vigilati, ovvero soggetti abilitati a operare fondi di investimento. L’obiettivo è creare per la prima volta fondi dedicati esclusivamente a realtà imprenditoriali del Lazio. Sono previste condizioni particolarmente favorevoli per attrarre capitali privati, riducendo il rischio di esposizione.

Venture Tech Lazio: pensato per la fase più precoce della vita di una startup, si rivolge ai Venture Accelerators e combina investimenti seed con servizi a valore aggiunto. Il focus è su realtà con modelli di business in fase di validazione, ma con alto potenziale di crescita.

Innova Venture 2: in continuità con la precedente versione, questo strumento riguarda investimenti diretti in startup già selezionate attraverso attività di scouting da parte di Lazio Innova. Qui l’intervento pubblico si affianca direttamente a capitali privati, privilegiando operazioni co-investite.

TT Venture Lazio: si concentra sull’ambito Tech Transfer, ovvero sul passaggio di tecnologie e soluzioni innovative dal mondo della ricerca al mercato. È una delle aree più rischiose ma anche più promettenti, dove l’intervento pubblico può fare la differenza per trasformare un brevetto in un’impresa.

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La pubblicazione dei primi due bandi – Lazio Venture 2 e Venture Tech Lazio – è attesa entro la fine di giugno 2025. Sarà questo il primo banco di prova per capire la reattività dell’ecosistema imprenditoriale e la capacità attrattiva della nuova strategia.

Focus sulla patrimonializzazione delle PMI e l’apertura agli investitori privati

A completamento della nuova policy, è stato annunciato anche l’aggiornamento del bando Patrimonializzazione PMI, che avrà una dotazione specifica di 12 milioni di euro. L’intervento mira ad agevolare l’accesso al capitale per startup e piccole imprese innovative che abbiano ottenuto il sostegno di investitori qualificati: Fondi di Investimento Alternativi (FIA), Business Angels, o altri soggetti riconosciuti.

L’elemento chiave è l’integrazione tra strumenti pubblici e privati: la Regione si propone non solo come fonte di finanziamento, ma come catalizzatore di ulteriori capitali, rendendo economicamente sostenibile l’assunzione di rischio in una fase imprenditoriale ancora acerba.

Le istituzioni

L’evento di presentazione ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti del sistema pubblico e privato. Roberta Angelilli, vicepresidente della Regione e assessore allo Sviluppo economico, ha evidenziato la coerenza della strategia con le recenti linee guida dell’Unione Europea per le startup e le scale-up: “Stimoliamo un ambiente favorevole all’innovazione, affrontando in modo diretto fallimenti di mercato e supportando le imprese che nascono dalla ricerca”.

Sul piano tecnico, il direttore generale di Lazio Innova, Andrea Ciampalini, ha sottolineato come la struttura abbia lavorato per costruire strumenti pensati non solo per attrarre investimenti, ma anche per semplificare l’accesso ai fondi pubblici e integrare i diversi livelli di intervento, dal seed al growth.

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Un’opportunità per ripensare il rapporto tra pubblico e privato

La nuova stagione del venture capital laziale si muove su un terreno complesso ma necessario: la creazione di un ecosistema dove Stato, Regioni e mercato operino in sinergia. Le startup non hanno bisogno solo di fondi, ma di un contesto in cui il rischio sia condiviso, le competenze siano diffuse, e il capitale umano sia valorizzato.

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Con questi strumenti, la Regione Lazio mette in campo una delle architetture più articolate tra quelle viste a livello regionale in Italia. Il successo, però, dipenderà dalla capacità di questi strumenti di generare risultati misurabili, in termini di imprese nate, capitale attratto, brevetti trasformati in prodotto, e posti di lavoro qualificati creati.

Un ecosistema in trasformazione

Il piano appena presentato rappresenta un passo avanti nella direzione di un modello regionale di sviluppo basato sull’innovazione. Il Lazio, grazie alla presenza di università, centri di ricerca, poli industriali e una crescente community di startup, ha le condizioni per giocare un ruolo centrale nello scenario nazionale.

La nuova strategia punta ad attivare un effetto leva sul capitale privato e a correggere inefficienze del mercato che, finora, hanno limitato il potenziale di crescita di molte giovani imprese.

Nei prossimi mesi, la vera sfida sarà la messa a terra delle call, la chiarezza dei criteri di accesso, e la rapidità dei tempi di erogazione. Se questi aspetti saranno affrontati con pragmatismo, l’impatto potrà essere tangibile.


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