Frode bonus edilizi, sequestri per 72milioni di euro tra il Chietino e il Molise

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Una maxi frode legata ai bonus per la ristrutturazione edilizia è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Lanciano che ha sequestrato crediti d’imposta fittizi per 72milioni di euro. Le indagini delle Fiamme Gialle, sono partite da Lanciano ma coinvolgerebbero tutta Italia. Tutto è partito da una serie di controlli effettuati a tre persone lancianesi che avrebbero creato false fatture, e quindi falsi crediti d’imposta, per lavori di ristrutturazione edilizia in realtà mai eseguiti, per oltre 4,3 milioni di euro. Indagini che si sono estese anche in altre città italiane come Milano, Firenze e Prato fino ad arrivare in terra molisana a Campobasso.

A seguito dei riscontri eseguiti è stato eseguito il sequestro preventivo dei crediti d’imposta commercializzati, per oltre 72 milioni di euro. Sequestro che è stato convalidato dal gip del tribunale di Lanciano, Massimo Canosa. Ad insospettire la Guardia di Finanza capitanata dal molisano Domenico Siravo, è stato il fatto che i tre soggetti non sarebbero proprietari di alcun bene immobile ma erano invece altresì titolari di 12 contratti di affitto di immobili in Campania. Lo stratagemma sarebbe stato applicato per conseguire comunque i bonus.  Le successive indagini avrebbero condotto a individuare 10 società e una persona fisica che avrebbero acquistato, dai tre lancianesi e da una trentina di altre società, crediti fiscali per oltre 72 milioni di euro.

Lo schema della truffa consisteva nel simulare contratti di locazione, di durata brevissima (a volte anche di un solo giorno), in modo da far apparire la disponibilità di immobili, a cui seguiva la simulazione di lavori giustificati con l’emissione di fatture false (quelle accertate ammonterebbero ad oltre 18 milioni), quindi la generazione di crediti d’imposta e la loro immediata cessione. Complessivamente la Procura di Lanciano ha iscritto nel registro degli indagati undici persone per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato e 10 società per gli illeciti previsti dal decreto legislativo 231/2001.

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