Luci e ombre dell’economia tedesca

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L’economia tedesca sorprende tutti con una crescita nel primo trimestre 2025 doppia rispetto alle attese: trainano esportazioni, consumi e investimenti, nonostante le incognite sui dazi e le prospettive che restano ancora incerte.

C’è vita sul pianeta Germania. Nei primi tre mesi del 2025, l’economia tedesca ha registrato una crescita dello 0,4% rispetto al trimestre precedente, un risultato che ha sorpreso gli analisti, superando di gran lunga le stime iniziali che si fermavano allo 0,2%. A comunicarlo è stato venerdì 23 maggio l’Ufficio federale di statistica (Destatis), sottolineando come il “sorprendente andamento congiunturale di marzo abbia contribuito in modo decisivo a questo scatto in avanti”. In particolare, la presidente dell’istituto, Ruth Brand, ha attribuito il merito alla ripresa dell’industria manifatturiera e alla tenuta delle esportazioni, che hanno superato le aspettative.

EXPORT E MANIFATTURA SPINGONO LA RIPRESA

A trainare la performance economica della Germania nei primi mesi dell’anno sono stati dunque i settori dell’export e dell’industria. Secondo i dati di Destatis, le esportazioni di beni come automobili e farmaci hanno registrato una crescita significativa, contribuendo in modo determinante alla ripresa. Brand ha evidenziato come a questi risultati abbia contribuito anche uno scenario internazionale in mutamento: “Gli effetti anticipatori del conflitto commerciale latente con gli Stati Uniti dovrebbero aver influito positivamente sull’andamento del commercio estero”, ha dichiarato.

Nel contempo, anche la produzione industriale ha dato segnali incoraggianti, dimostrandosi più resistente di quanto previsto. In questo contesto, il clima di incertezza sul fronte commerciale globale non ha impedito alle imprese tedesche di intensificare l’attività produttiva, mostrando una reattività che ha colto di sorpresa numerosi osservatori.

RIPRESA DEI CONSUMI E DEGLI INVESTIMENTI

Accanto all’export, anche i consumi interni hanno fornito un contributo rilevante alla crescita del Pil. Nel primo trimestre dell’anno, i consumi privati sono aumentati dello 0,5% rispetto al trimestre precedente. Questo incremento è stato reso possibile da una combinazione favorevole di fattori: il rallentamento dell’inflazione e l’aumento dei salari, soprattutto in alcuni settori strategici, hanno migliorato il potere d’acquisto delle famiglie tedesche. Più soldi in tasca, dunque, e una maggiore propensione alla spesa.

Anche sul fronte degli investimenti si è registrata una tendenza positiva. Gli investimenti in edilizia sono cresciuti dello 0,5%, mentre quelli nei beni strumentali hanno fatto segnare un aumento dello 0,7%. Questi dati – spiegano gli esperti – suggeriscono che le imprese stanno tornando a pianificare a lungo termine, intravedendo margini di crescita futuri nonostante le incertezze politiche ed economiche globali.

SEGNALI DI FIDUCIA, MA LE OMBRE RESTANO

Il clima economico in Germania sembra aver imboccato una fase di miglioramento. Lo conferma l’indice Ifo, termometro della fiducia delle imprese, che a maggio è cresciuto per il quinto mese consecutivo. Clemens Fuest, presidente dell’istituto, ha parlato di una “ripresa lenta ma concreta” dell’economia tedesca, sostenuta anche da un progressivo aumento degli ordini nel settore industriale.

Tuttavia, non mancano le ombre all’orizzonte. Nonostante il buon inizio d’anno, molti esperti temono che il 2025 possa comunque chiudersi con una crescita nulla, segnando così il terzo anno consecutivo senza espansione economica: un fatto senza precedenti nella storia della Repubblica Federale. Le incertezze legate alla politica commerciale degli Stati Uniti, in particolare i dazi sulle importazioni, continuano a pesare. Anche se il presidente Donald Trump ha momentaneamente sospeso alcuni aumenti tariffari, il dazio base del 10% resta elevato, e ulteriori rincari sui prodotti come automobili e acciaio continuano a gravare sul settore industriale tedesco.

LE STIME SULL’ECONOMIA PER IL 2025 RESTANO PRUDENTI

Le previsioni per il 2025 restano prudenti. Il Consiglio dei saggi economici (il cui rapporto di primavera è stato reso noto appena qualche giorno fa), il Fondo Monetario Internazionale e la Commissione europea concordano su un’ipotesi di stagnazione, senza aspettative di crescita significativa. Tuttavia, guardando al 2026, alcuni segnali fanno sperare in una ripresa moderata: il Consiglio degli esperti stima un incremento dell’1,0%, sostenuto da nuovi investimenti pubblici in difesa e infrastrutture annunciati dal governo federale.

Nel frattempo, si guarda anche al contesto internazionale e alle possibili evoluzioni sul fronte dei dazi. Dopo i recenti colloqui tra i paesi del G7, il ministro delle Finanze Lars Klingbeil ha parlato di “segnali positivi” che potrebbero preludere a un allentamento delle tensioni commerciali con Washington. Al tempo stesso, si punta sulle riforme interne: secondo quanto annunciato dalla ministra dell’Economia Katherina Reiche, entro la metà di luglio sarà varato un primo pacchetto di sgravi per le imprese, comprendente la riduzione dell’imposta sull’elettricità (Bruxelles permettendo) e le prime misure per la riforma del mercato del lavoro.

Il segnale incoraggiante del primo trimestre del 2025 è comunque una boccata d’ossigeno e può contribuire a migliorare l’umore di imprese e cittadini. Resta da vedere se la spinta iniziale sarà sufficiente a far decollare davvero l’economia tedesca nei mesi a venire. Sarebbe un buon indicatore anche per l’economia italiana, legata a quella tedesca da un filo robusto.



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