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A poco più di un anno dalla conclusione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), emergono nuove criticità sull’avanzamento e sulla trasparenza dei dati. Secondo l’ultimo aggiornamento disponibile al 31 marzo 2025, consultabile su OpenPNRR, soltanto un terzo delle risorse complessive stanziate è stato effettivamente speso.
Un quadro, rimarcano dalla Fondazione Openpolis, tutt’altro che rassicurante, aggravato da numerose omissioni e incongruenze nelle informazioni pubblicate dal governo.
Su un totale di 284.065 progetti monitorati, con un valore complessivo di 226,6 miliardi di euro, di cui 171,3 provenienti dal PNRR, mancano del tutto i dettagli relativi a 25 misure per cui non sono stati resi noti i progetti avviati. Questi capitoli, che ammontano a 32,6 miliardi di euro, restano un’incognita: non si sa se i fondi siano stati effettivamente impiegati, né quali investimenti siano stati realizzati.
Tra le misure più significative senza evidenza pubblica spicca “Transizione 4.0”, con 13,4 miliardi di euro già erogati, ma senza alcun dettaglio sui progetti finanziati. Il ministero delle imprese e del made in Italy descrive questa iniziativa come un pilastro strategico per sostenere la produttività e la sostenibilità delle imprese italiane attraverso ricerca e innovazione, ma senza dati precisi è difficile verificarne l’effettiva attuazione. Stesso discorso per “Transizione 5.0 credito d’imposta”, che prevede 6,3 miliardi di euro di incentivi fiscali: manca l’elenco delle aziende beneficiarie, un dato fondamentale per valutare l’impatto concreto.
Non meno critici i capitoli affidati ai ministeri di infrastrutture, lavoro, agricoltura, ambiente e sicurezza energetica, dove restano oscuri i dettagli su investimenti miliardari dedicati a comunità energetiche, agrovoltaico e infrastrutture di ricarica elettrica.
A queste lacune si aggiungono anomalie nei dati di spesa: quasi 5.000 progetti risultano con pagamenti superiori al finanziamento totale previsto, a testimonianza di errori di inserimento che, cambiando l’ordine di grandezza delle cifre, minano la possibilità di un’analisi affidabile.
L’aggiornamento conferma comunque un lieve progresso nell’erogazione: la spesa effettiva è salita dal 30,1% al 33,8% dei fondi PNRR, ma resta il fatto che siamo ben oltre la metà del percorso temporale del piano e i risultati restano insufficienti rispetto agli obiettivi.
Il ministro per gli Affari europei e il PNRR, Tommaso Foti, aveva già cercato di smorzare le critiche lo scorso febbraio, sostenendo che i dati a disposizione a fine 2024 sarebbero stati aggiornati e migliori. Tuttavia, l’ultimo monitoraggio indipendente conferma quanto denunciato da tempo: i ritardi e la mancanza di trasparenza rischiano di compromettere la buona riuscita del piano e la fiducia dei cittadini.
foto Governo.it licenza CC-BY-NC-SA 3.0 IT
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