Il Festival si chiude con il presidente di Confindustria Orsini: serve più sostegno agli investimenti – Economia

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TRENTO – Alle imprese “servono governi stabili, perché con governi stabili si possono fare politiche a lungo termine”, serve “poter “programmare”. Ma anche in un contesto di stabilità politica bisogna “fare i compiti a casa”, e la priorità è “mettere al centro gli aiuti agli investimenti per le imprese”, avverte il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, che torna dopo un anno a chiudere il Festival dell’economia a Trento, dove nel 2024 era arrivato subito dopo l’elezione a leader degli industriali.

Nella serata finale con la cerimonia al teatro Sociale, Orsini guarda alll’appuntamento di martedì, quando Confindustria terrà a Bologna la sua assemblea annuale, con l’intervento della presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola e della premier Giorgia Meloni.

Con l’intervista a Emanuele Orsini al Sociale, a cura del direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini, si conclude la kermesse organizzata dal Gruppo 24 Ore e Trentino Marketing per conto della Provincia.

Il filo conduttore dei quattro giorni di eventi sono state le scelte e i rischi per l’Europa dopo il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Quattro giorni di dibattiti, approfondimenti, interviste, con una folta la presenza del governo, con 17 ministri, premi Nobel, imprenditori, sindacati e politici.

Per il ventennale del Festival, la città di Trento ha tenuto a battesimo la prima delle iniziative ideate per festeggiare i 160 anni de Il Sole 24 Ore, che culmineranno a novembre: la città del Festival dà il via ai festeggiamenti del quotidiano economico finanziario più longevo d’Italia, nato nel 1865 con la testata Il Sole.




Ma torniamo alle parole di Orsini: servono misure per sostenere gli investimenti, come priorità, avverte Orsini, perché “se cadono gli investimenti caleranno anche le esportazioni”. Il presidente di Confindustria indica anche “le priorità” per dare risposte ai giovani, perchè non lascino l’Italia: “Merito, speranza e salari”.

E sottolinea le emergenze per il sistema industriale italiano, come per la siderurgia: “All’Ilva bisogna dare una protezione sennò saremo costretti a comprare l’acciaio dall’estero”. E c’è l’Europa, che “può dare davvero tanto” ma, dice Orsini da “europeista convinto”, per gli industriali è oggi una Europa che “deve cambiare”: in un contesto di “conflitti economici”, con le altre aree del mondo che si muovono “più velocemente”, l’Europa “rischia di essere stritolata”.

“Deve cambiare passo” ed “essere più rapida nelle decisioni, più rapide nel costruire risposte per l’industria”, evidenzia il leader degli industriali: “In alcuni capitoli rischiamo di perdere competitività e perdere imprese che sono considerate in tutto il mondo eccellenti”.

Tra le risposte attese dall’Europa per gli imprenditori “il tema più sentito è quello della semplificazione. Trump quando parla dell’Europa mette in evidenza che c’è un ‘dazio interno’ che mette fuori mercato chi opera da altri continenti” E c’è, appunto, la guerra dei dazi che pesa sull’economia, “genera incertezza”: “Quando vedo che per una dichiarazione del presidente degli Stati Uniti la Borsa brucia 143 miliardi – dice Orsini – mi auguro che quel braccio di ferro che sta facendo Trump si chiuda in una stretta di mano”, e bisogna “fare presto”, “correre velocemente alla trattativa”.

Con la Germania “il nostro legame è forte”, e “l’arrivo di Mertz che ha aperto al debito ci consentirà di poter creare con una forte interconnessione”.

A tracciare un bilancio del Festival è il direttore Fabio Tamburini: “Porto a casa una straordinaria soddisfazione perché ancora una volta questa edizione è stato un grande Festival, con giornate formidabili, non solo per il Gruppo Sole 24 Ore, ma per Trento, per i trentini e penso di poter dire che abbiamo fatto anche un po’ l’agenda del Paese in questa settimana. Abbiamo cominciato a farlo perché i festeggiamenti dureranno fino alla fine dell’anno e saranno festeggiamenti lunghi, importanti, perché 160 anni non passano in un colpo d’ala”.

“Quando all’inizio abbiamo parlato di una Davos popolare, che vuol dire riuscire a parlare delle grandi tematiche e riuscire a trasmetterle alla popolazione comune, questo penso sia avvenuto. È anche, io credo, un passaggio culturale per il Festival”, ha commentato il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti.

Un Festival “critico e ci piace proprio pensare che su questa strada si possa proseguire anche nei prossimi anni. L’edizione secondo me è stata davvero bella. Per certe aspetti anche sorprendente. La partecipazione è stata incredibile, già da giovani di mattina, la gente ha proprio voglia di venire, c’è un popolo del festival molto affezionato”, ha detto l’ad di Trentino Marketing, Maurizio Rossini.

“Porto a casa una grande soddisfazione, veder realizzato un anno di lavoro fatto con le istituzioni trentine con tutto il Gruppo 24 ore e anche devo dire il coinvolgimento della cittadinanza dei turisti che sono venuti, soprattutto dei ragazzi, a cui abbiamo dato un incarico di responsabilità, abbiamo chiesto di partecipare attivamente, proponendo argomenti e anche in alcuni casi sviluppandoli”, ha detto l’ad del Gruppo 24 Ore, Federico Silvestri.





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