L’economia sociale al centro del Festival dell’Economia di Trento

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L’economia sociale si afferma come motore di sviluppo equo e sostenibile, trovando pieno riconoscimento nel contesto del Festival dell’Economia di Trento. Il panel “Economia sociale, perché il profitto non basta”, ha riunito voci autorevoli delle istituzioni, della ricerca e del mondo cooperativo per affrontare uno dei temi più strategici per il futuro dell’Europa.
Ad aprire il confronto è stata Lucia Albano, sottosegretaria al Ministero dell’Economia e delle Finanze, che ha ribadito come l’economia sociale sia oggi un pilastro della strategia europea: “Dopo la Raccomandazione dell’UE, l’Italia è chiamata a definire un Piano d’Azione. Il Ministero sta lavorando a un gruppo di lavoro dedicato, coinvolgendo tutte le parti interessate, per definire un metodo di confronto e costruire un Piano. Il nostro Paese è all’avanguardia, ma servono strumenti finanziari innovativi, semplificazioni burocratiche e misure fiscali di vantaggio per riconoscere pienamente il valore di queste realtà”.

Al centro del dibattito l’intervento di Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative: “Abbiamo bisogno di un Action Plan che riconosca azioni diverse e risposte diverse a bisogni diversi. Si deve delineare una traiettoria, un disegno strategico da costruire nel tempo: casa, lavoro, welfare, agricoltura. Le cooperative sono imprese che reinvestono gli utili nella comunità, nel ristorno ai soci e nell’accantonamento per le generazioni future. E quel patrimonio è indivisibile: se la cooperativa si scioglie, le risorse vanno al fondo mutualistico. È questa la vera distintività dell’impresa cooperativa”. E ancora: “L’economia sociale entra a pieno titolo nel Festival dell’Economia di Trento. Un festival che diventa delle economie”.

Secondo Gianluca Salvatori, segretario generale di Euricse, l’economia sociale rappresenta oggi un elemento fondamentale per il futuro dell’Europa: “Dopo le crisi economiche degli ultimi decenni, è chiaro che il mercato da solo non è in grado di rispondere a tutte le esigenze della società. L’economia sociale svolge oggi il ruolo di ponte tra mercato e Stato, contribuendo a ridurre le disuguaglianze e a rafforzare il tessuto sociale. Questo modello non è più un semplice soggetto compensativo, ma un vero e proprio attore produttivo e strategico, capace di influenzare le politiche economiche e sociali a livello europeo e nazionale”.

Sul fronte giuridico, Gabriele Sepio, avvocato tributarista e segretario generale dell’osservatorio per la filantropia e il terzo settore (Terzjus) ha sottolineato l’urgenza di norme più adatte: “Serve un sistema fiscale coerente con chi non persegue l’utile ma l’interesse generale. Il piano europeo è un’opportunità per costruire regole che rispettino la diversità dei soggetti dell’economia sociale e ne valorizzino la funzione redistributiva”.

La professoressa Raffaella Bossi Fornarini esperta di transizione organizzativa del Politecnico di Milano ha infine evidenziato come il cambiamento passi anche dall’interno delle aziende: “L’inclusione, il benessere lavorativo e la partecipazione aumentano l’engagement e l’innovazione. È qui che l’economia sociale diventa anche trasformazione culturale”.

L’incontro ha evidenziato come l’economia sociale non sia più un settore di nicchia, ma un attore chiave per affrontare le sfide sociali ed economiche del nostro tempo.



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