Travaglini (ProduttivItalia): “Troppe Pmi rimaste ferme al ‘900. Per trasformazione digitale serve cambio di mentalità”

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Milano, 29 mag, Marco Traviglini, Presidente dell’Associazione Entrobordo e del centro studi ProduttivItalia, si esprime sulla condizione dell’imprenditoria italiana rimasta ferma, a molti anni fa.

“Troppi imprenditori in Italia sono rimasti fermi a trenta o quaranta anni fa dove a comandare è la produzione e non il valore aggiunto, noi ci confrontiamo con questo problema ogni giorno”. Lo ha detto Marco Travaglini, presidente del Centro Studi ProduttivItalia, intervenendo oggi al convegno “La trasformazione digitale nelle PMI: sfide di oggi, opportunità per domani” organizzato dall’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano. I dati della ricerca presentata dall’Osservatorio raccontano una digitalizzazione delle Pmi italiane che procede troppo lentamente: solo il 19% adotta tecnologie avanzate in modo strutturato, mentre quasi una su due (il 46%) ha una competenza digitale ancora insufficiente.

“La trasformazione digitale non è una questione verticale, non riguarda un singolo strumento o processo, ma è un cambio radicale di mentalità, un nuovo approccio alla creazione del valore aggiunto” ha proseguito Travaglini, introducendo il concetto di “dimensione minima d’impresa, non in termini di numero di dipendenti o fatturato, ma in funzione delle aree e delle funzioni aziendali attive. Dobbiamo ripensare le cose, partendo dalla base, dalla cultura. Serve portare cultura imprenditoriale nelle micro e piccole imprese, dare iniezioni di visione”.

I dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano testimoniano come il 59% delle PMI lamentino la carenza di figure specializzate. L’inserimento dei “piccoli imprenditori in un ecosistema vivo” è centrale nella visione del presidente di ProduttivItalia, “perché quando l’impresa è troppo piccola e non ha all’interno reparti strategici si forma la barriera principale alla trasformazione digitale e all’aumento della produttività”. “La soluzione – ha concluso Travaglini – non è dire al piccolo imprenditore di investire grosse cifre in software gestionali, ma creare una community di persone in grado di guidare i processi strategici e tecnologici, figure che sappiano fare da ponte con il piccolo imprenditore e lo aiutino a fare sistema”.





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