lo Stato ha messo le mani sull’8 per mille 2025

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Arriva lo scontro tra Stato e Chiesa dopo le parole del Cardinale di Bologna e presidente della Cei, Matteo Zuppi: deluso dall’atteggiamento dello stato che è voluto entrare in competizione nella divisione del gettito derivante dall’8 per mille 2025.


Un dato economico importante, che sposta l’ago della bilancia e che fa la differenza per molte azioni sociali e sui territori quello dell’8 per mille scelto attraverso le dichiarazioni dei redditi dagli italiani che proprio in questi giorni stanno iniziando a compilare e inviare il resoconto annuale dei propri redditi. E parallelamente proprio in questi giorni sono stati diffusi i dati dei fondi che andranno in distribuzione quest’anno.

Le scelte espresse per l’anno in corso

Esaminando brevemente il riepilogo delle scelte espresse e non espresse dai contribuenti, osserviamo come il dato rimanga pressoché stabile, segnando circa un 60% dei contribuenti che non esprimono nessuna scelta. Peccato, perché in questo caso chi decide invece la destinazione di fatto decide per tutti, perché la quota non assegnata, che rimane quindi libera viene per legge ripartita proporzionalmente tra quanto già assegnato.

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Le preferenze nel dettaglio

Più interessante andare a esaminare la composizione di queste scelte, vale a dire quali sono le preferenze di chi appone questa indicazione nella propria dichiarazione dei redditi.

Chiesa Cattolica

La prima preferenza in assoluto spetta alla firma per la Chiesa Cattolica con un dato che si attesta poco di sotto al 30% del totale. Il nostro Paese si conferma, dunque, un Paese culturalmente profondamente Cattolico anche in merito a dinamiche sociali e di assistenza. Piacciono e colpiscono senza dubbio le campagne di sensibilizzazione trasmesse in tv in prime time, ma anche la cultura di assistenza e accoglienza che caratterizza da secoli l’azione della Chiesa Cattolica in contesti disagiati e bisognosi. Stimati in più di 500mila i volontari attivisti che ‘moltiplicano’ l’impatto dei progetti strutturati e sostenuti con l’8permille, disseminati in ogni luogo del mondo e attivi sui temi degli aiuti umanitari in aree di crisi e di emergenza, ma anche nelle nostre città sui temi dell’abitare, della formazione, del cibo ai bisognosi, giustizia e legalità.

Altre confessioni religiose

Le altre confessioni religiose sono staccate di moltissimo, mostrando cifre in media di oltre 10 volte inferiori, pur presentando tutte bandi e progetti degni di nota, incentrati sul supporto dei più deboli e la crescita sociale e culturale delle comunità. La chiesa Valdese, la più ‘storica’ delle confessioni attive sui territori raggiunge e supera di pochissimo il 3% delle preferenze nella divisione economica di quest’anno (rif. redditi 2021), nota per i suoi molti progetti sociali, che vengono messi a bando annualmente, rappresentando un importante sostegno ad una larga fetta del terzo settore Italiano.

Fetta destinata allo Stato

Non arriva al 10% del totale, per la ripartizione di quest’anno anche la fetta che è stata destinata allo Stato. Una novità questa, di recente introduzione che raggruppa azioni sociali e umanitarie dello Stato Italiano in favore di Fame nel mondo, Calamità, assistenza ai rifugiati, beni culturali e la categoria di gran lunga più scelta con percentuali anche triple degli altri progetti, quella dell’edilizia scolastica.

Per il cardinale Zuppi lo Stato ha messo le mani sull’8 per mille 2025

Proprio qui in questi giorni, arrivano polemiche incrociate e scambio di  battute da parte del Cardinale di Bologna e presidente della Cei, Matteo Zuppi, dichiarato, senza mezze misure deluso dall’atteggiamento dello Stato che entra in competizione nella divisione del gettito derivante dall’8per mille, andando di fatto a sottrarre una fetta di entrate a realtà che difficilmente possono beneficiare di altri sostegni di questo tipo: «Esprimo delusione per la scelta del Governo» ha dichiarato infatti in occasione di una sua intervista, «di modificare in modo unilaterale le finalità e le modalità di attribuzione dell’8×1000 di pertinenza dello Stato».

Legalmente e formalmente la presa di posizione dell’alto Prelato sembrerebbe derivare dal fatto che questa novità, introdotta solo lo scorso anno, nel 2024, come dichiarato, «va contro la realtà pattizia dell’accordo stesso, che ne sfalsa oggettivamente la logica e il funzionamento, creando una disparità che danneggia sia la Chiesa cattolica che le altre confessioni religiose firmatarie delle intese con lo Stato».

Una grande fonte di risorse fresche e che arrivano in completa trasparenza, che nelle parole del Cardinale Zuppi ricordano come questa disponibilità di fondi «ci permette di essere vicini alle esigenze delle persone e a coloro che sentiamo più vicini alle nostre preoccupazioni: la lotta alla povertà, l’educazione, le tante emergenze in Italia e nel mondo». Queste, ha sottolineato, «sono una parte importante del nostro sforzo, per tutti».

La replica ufficiale del Governo

Non si è fatta attendere la replica, chiarificatrice, da parte di fonti ufficiali del Governo che hanno ricordato come: «La modifica all’articolo 47 della legge 222/85 fu introdotta dalla maggioranza parlamentare che sosteneva il governo Conte 2 con la legge n.157 che convertiva il dl 124 del 26/10/2019.»

Come abbiamo visto, di fatto la scelta introdusse la possibilità per il contribuente di poter scegliere direttamente, in caso di scelta dell’8×1000 allo Stato, a quale delle cinque tipologie di intervento destinare il proprio contributo.

La nota ufficiale continua ricordando, dunque, che non si tratta di una novità, quanto piuttosto di un aggiustamento e ampliamento delle destinazioni per lo Stato. «Nel 2023 il Governo Meloni – conclude la nota – ha semplicemente inserito una sesta finalità al fine di poter sostenere le comunità di recupero dalle tossicodipendenze e dalle altre dipendenze patologiche».



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