Caro energia, instabilità internazionale, dazi: come va l’industria cuneese nella crisi mondiale?

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«Il caro energia, l’instabilità internazionale, i dazi. Le difficoltà si sono moltiplicate, ma il settore industriale cuneese le affronta con forza e coraggio, spingendosi oltre. Noi imprenditori siamo la prima frontiera di una terra coesa, capace di reagire. E Confindustria Cuneo è sempre al fianco di chi percorre le frontiere dello sviluppo». Sarà ancora il presidente Mariano Costamagna a guidare, martedì, l’assemblea annuale dell’associazione degli Industriali cuneesi, intitolata «Frontiere: storie di imprese senza confini».

L’evento sarà diviso in due momenti, con una sessione privata nella «casa degli industriali» e una pubblica al Centro Incontri della Provincia. Nella prima Costamagna presenterà il bilancio di metà mandato, molto positivo: negli ultimi 5 anni si sono associate oltre 400 aziende che, al netto delle uscite, hanno portato Confindustria Cuneo a rappresentare più di 1.200 imprese e 60.000 addetti. «Conferma il nostro ruolo, sempre più centrale nel mondo economico della Granda – rimarca il presidente, sottolineando la stretta sinergia con il direttore generale, Giuliana Cirio -. Abbiamo dato un forte impulso nell’ambito dell’innovazione, valorizzato i settori chiave come meccanica e agroalimentare, acceso i riflettori sulla necessità di sostenere investimenti e formazione, valorizzare il capitale umano, la cultura e la responsabilità sociale d’impresa». E ancora, il contributo alla nascita di Fondazione Industriali, prima esperienza nazionale di questo tipo, che ha già avviato importanti progetti per l’inclusione lavorativa di persone in condizione di fragilità (migranti, detenuti ed ex).

Nonostante una situazione economica caratterizzata da più ombre che luci, i dati della Granda sono decisamente positivi. Nel 2024 le esportazioni manifatturiere hanno raggiunto i 10,7 miliardi (+5,5% sul 2023). La disoccupazione è al 2,8%, la più bassa del Piemonte (12° posto in Italia), quella giovanile (15-24 anni) al 12%, ben al di sotto della media regionale (18,3%) e nazionale (20,3%). Il Pil ha superato i 22,4 miliardi, pari al 14,3% della ricchezza prodotta in Piemonte, e all’1,1% di quella nazionale.

L’assemblea privata procederà alla surroga di Giuseppe Miroglio (industria tessile di Alba), uno dei 10 vicepresidenti di Confindustria Cuneo, non più ricandidabile avendo già rivestito il ruolo per 4 bienni consecutivi. Verrà proposto Matteo Rossi Sebaste (industria dolciaria di Gallo d’Alba). «Ringraziamo Giuseppe Miroglio – così Costamagna e Cirio – per il forte impegno, professionale e umano, a favore della crescita e dell’innovazione dell’associazione: un contributo di grande valore». La fase pubblica si aprirà con gli inni d’Europa e d’Italia, eseguiti dal Coro di voci bianche del Regio di Torino, diretto da Claudio Fenoglio. Seguirà la relazione del presidente, con le principali richieste del mondo industriale.

«Un’Europa più unita e vicina all’industria – anticipa -: meno ideologie e burocrazia, più semplificazioni e sostegno ai settori chiave, come l’automotive. Un’Italia che sappia condividere un piano industriale vero, con regole semplici e tempi compatibili con l’attività delle imprese, dove ogni investimento nell’innovazione significhi investimento nella dignità del lavoro, nel benessere dei territori. È ora di dire basta ai sovraccosti energetici, con quelli italiani che superano del 35% la media europea. Ben vengano rinnovabili e nuovo nucleare. Salari e premi produttività vanno detassati: il vero motore sono le competenze umane».



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