Imu, ultimi giorni per l’acconto. Ue più flessibile sugli aiuti alla casa

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Ancora una settimana per pagare l’acconto Imu. C’è tempo fino a lunedì prossimo, 16 giugno, per il versamento della prima rata dell’imposta municipale sugli immobili (tranne le prime case). Il saldo, invece, è previsto entro il 16 dicembre; ma chi volesse può comunque effettuare il pagamento in un’unica soluzione, versando l’intero importo annuale direttamente nei prossimi giorni.

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L’Europa, intanto, si muove per regole più semplici aiuti sugli Stato per la casa. La Commissione Ue ha avviato una consultazione pubblica sul futuro della normativa di settore con l’obiettivo di sostenere gli investimenti per far fronte all’emergenza abitativa. Cittadini, imprese, associazioni e autorità pubbliche hanno tempo fino al 31 luglio per dire la loro attraverso un portale online dedicato. Dopo quei dati, l’esecutivo di palazzo Berlaymont ufficializzerà la nuova linea morbida, un assist in piena regola per i governi – come quello italiano, con incentivi e sgravi fiscali del Piano Casa – determinando una spesa più soldi pubblici per l’edilizia. Il senso di urgenza è arrivato fino a Bruxelles, dove è chiaro che la questione riguarda non soltanto i redditi più bassi ma anche larghe fette di classe media, colpita da vari fattori come la riduzione dell’offerta, l’aumento dei costi e la pressione generata da turismo e affitti brevi.

LA REVISIONE
«Per giovani e famiglie in tutta Europa l’accesso a un’abitazione dignitosa si rivela troppo oneroso. Non si tratta solo di una questione abitativa, ma di un’emergenza sociale», ha affermato Teresa Ribera, numero due della Commissione e responsabile di Concorrenza e Transizione. «La revisione delle norme in materia di aiuti di Stato è uno degli strumenti che stiamo utilizzando per consentire agli Stati membri di agire più rapidamente e in maniera più adeguata per avere alloggi a prezzi accessibili», ha aggiunto Ribera. L’attuale normativa, spiegano dalla Commissione, consente agli Stati di realizzare interventi di edilizia popolare per le persone più svantaggiate senza alcun limite di compensazione; l’intento della consultazione è andare oltre questa ipotesi e “liberare” i fondi pubblici nazionali o locali a sostegno di investimenti in soluzioni di edilizia sociale. In maniera inedita, Bruxelles ha deciso di occuparsi di questione abitativa dopo le elezioni dello scorso anno, su pressing in particolare dei socialisti, tanto che il tema è entrato a far parte delle priorità politiche del secondo esecutivo targato Ursula von der Leyen: c’è un commissario dedicato, il danese Dan Jørgensen, e una strategia Ue per l’edilizia abitativa a prezzi accessibili in arrivo il prossimo anno.

Nell’attesa, nella mini-riforma dei fondi di coesione svelata ad aprile dal vicepresidente esecutivo Raffaele Fitto, tra le nuove priorità, insieme alla Difesa, è entrata pura la casa.

LE CONDIZIONI
Per incentivare progetti in questo ambito, Bruxelles propone condizioni più vantaggiose, come un tasso di cofinanziamento fino al 100% e un anticipo di cassa del 30%. Nei mesi scorsi, poi, Jørgensen ha avviato un dialogo serrato con la coalizione dei “Sindaci per la Casa”, un fronte comune, nato su iniziativa di Roma, Barcellona e Parigi, che unisce una quindicina di primi cittadini di grandi città europee. A maggio a Bruxelles, il sindaco Roberto Gualtieri ha illustrato la proposta dei Comuni, cioè un piano da 300 miliardi di euro di varia natura e provenienza (fondi pubblici, privati, sovvenzioni, prestiti, comunali, statali, Ue) per dare risposte concrete. Ma poiché bisognerà aspettare il prossimo bilancio settennale Ue, in vigore solo dal 2027, Gualtieri ha suggerito di partire subito dai soldi non spesi del Pnrr grazie ai ribassi d’asta nelle gare.

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