Lovaglio stringe su Mediobanca: a Milano incontro con trenta fondi

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Luigi Lovaglio cerca di stringere la presa su Mediobanca in vista dell’assemblea di aprile e va a caccia del sostegno degli investitori. L’amministratore delegato di Monte dei Paschi di Siena (Mps) sta incontrando, accompagnato dai consulenti Jp Morgan e Ubs, oltre una trentina di investitori internazionali per illustrare la strategia e le motivazioni alla base dell’acquisizione della banca di Piazzetta Cuccia.

Dopo che la banca d’affari guidata da Alberto Nagel ha respinto l’offerta di scambio (ops), il numero uno di Mps punta a raccogliere il maggior nnumero di consensi. Questa settimana Lovaglio incontrerà a Milano fondi di investimento statunitensi ed europei, società di asset manager e hedge fund, mentre la prossima settimana volerà a New York per un road show.

Quello che Lovaglio ribadirà agli investitori è che l’ops su Mediobanca prevede «una ratio industriale molto forte», a differenza di Piazzetta Cuccia che ha definito la proposta «priva di logica industriale e finanziaria» e «distruttiva». Tra gli obiettivi del top manager di Mps c’è la volontà di potenziare unità strategiche come quelle del wealth management e del consumer finance; di rafforzare Compass, la banca commerciale di Mediobanca per consentire un’espansione nei mercati internazionali. L’acquisizione di Mediobanca, garantisce Lovaglio, avverrà senza costi sociali, ovvero non ci saranno tagli al personale. Le sinergie di costo riguarderanno la razionalizzazione di attività finanziarie e sul fronte delle nuove tecnologie ci saranno investimenti importanti.

Il countdown è cominciato: Lovaglio ha poco più di un mese di tempo per convincere fondi e investitori istituzionali: il 17 aprile ci sarà l’assemblea degli azionisti di Mps per dare il via libera all’ops su Mediobanca. L’iniziativa ha già ricevuto il supporto dei principali azionisti del Monte: lo Stato italiano e le famiglie Del Vecchio e Caltagirone, che insieme possiedono circa il 30% del capitale. Il governo Meloni, impegnato nella privatizzazione di Monte Paschi, mira a creare un terzo grande polo bancario nazionale in grado di competere con Intesa Sanpaolo e Unicredit. Dopo un primo tour di incontri a Londra, Lovaglio ha rassicurato gli investitori sottolineando che l’ops è stata decisa senza pressioni da parte del governo o di altri azionisti. Secondo le ultime dichiarazioni di Lovaglio al mercato il lancio dell’ops è atteso tra la fine di giugno e l’inizio luglio. Se l’operazione andasse in porto, nascerebbe un nuovo colosso bancario, tra i primi tre in Italia per attivi totali. Inoltre, Monte Paschi potrebbe accelerare l’utilizzo delle Deferred Tax Assets (Dta), rafforzando la propria posizione patrimoniale. Dall’annuncio dell’offerta, lo scorso 24 gennaio, il titolo Mps ha recuperato terreno guadagnando oltre il 4%, mentre Mediobanca è salita del 14%. Ai prezzi attuali, l’offerta valuta Mediobanca circa 14 miliardi di euro, a fronte di una capitalizzazione di mercato di 14,5 miliardi.

Prima dell’assemblea di aprile c’è un altro appuntamento a cui Lovaglio non mancherà di partecipare: il 18 marzo volerà a Londra per presenziare alla «European Financial Conference», l’appuntamento annuale organizzato da Morgan Stanley, dove si riuniscono i più importanti banchieri d’Europa. Per l’Italia, oltre a Lovaglio ci sarà anche la sua “controparte” Alberto Nagel, ad di Mediobanca e i vertici delle due più grandi istituti italiani Andrea Orcel per e Carlo Messina per Intesa.

Ancora sul fronte del risiko bancario da registrare che Banco Bpm è ormai pronta all’opa su Anima. Da Bankitalia ieri è arrivato il nulla osta all’offerta del Banco, che si aggiunge alle autorizzazioni di Antitrust e governo. Non appena arriverà il via libera dell’Ivass, l’ultimo ancora mancante, Consob avrà cinque giorni per autorizzare la pubblicazione del documento d’offerta, a cui seguirà la valutazione del cda dell’Sgr e l’approdo sul mercato dell’opa.



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