Overshoot Day 2025, l’Italia è già in debito con la Terra

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Overshoot day 2025, il 6 maggio l’Italia ha esaurito le risorse naturali dell’anno. In soli 127 giorni abbiamo già consumato tutto il capitale naturale che la Terra riesce a rigenerare in un anno. Da questa data dunque il nostro Paese entra in una fase di sovra-sfruttamento delle risorse, che continuerà fino a fine dicembre. Nel 2024 l’Overshoot Day italiano era stato segnato il 19 maggio, alimentando la speranza di una timida inversione di rotta. Purtroppo, in soli 12 mesi, il calendario si è spostato indietro di 13 giorni, segnalando un aumento del nostro impatto sull’ambiente. Se tutti nel mondo adottassero lo stile di vita degli italiani, avremmo bisogno di 2,7 pianeti per soddisfare i bisogni della popolazione globale.

Un pianeta sotto pressione: consumiamo più di quanto la Terra offre

Il Country Overshoot Day segna la data in cui, se tutta la popolazione mondiale adottasse lo stile di vita di un singolo Paese, la Terra avrebbe già esaurito tutte le risorse naturali disponibili per quell’anno. È un indicatore simbolico ma fondato su dati concreti, che misura la pressione eccessiva dell’uomo sulla biosfera. A livello globale, questa pressione è in continuo aumento: negli ultimi 50 anni, l’impronta ecologica dell’umanità — cioè la somma di tutto ciò che serve per vivere, come cibo, energia e materiali — è raddoppiata, mentre la biocapacità pro capite è scesa del 29% (Global Footprint Network, 2024).

L’Overshoot Day si basa su dati ONU che misurano due elementi: la biocapacità, cioè quanto la Terra può rigenerare e assorbire, e l’impronta ecologica, ovvero quanto consumiamo e inquiniamo. Il principale fattore del deficit ecologico è l’eccesso di CO₂ provenienti dai combustibili fossili: secondo il Global Footprint Network, per tagliare le emissioni globali del 43% entro il 2030, bisognerebbe posticipare l’Overshoot Day di 19 giorni ogni anno da oggi alla fine del decennio.

Overshoot Day 2025: le date Paese per Paese

Paese Data di Overshoot Day 2025 Fattori principali
Qatar 6 febbraio Alto consumo energetico, economia basata sui combustibili fossili
Lussemburgo 17 febbraio Elevato PIL pro capite e consumi individuali elevati
Singapore 26 febbraio Urbanizzazione estrema, forte dipendenza dalle importazioni
Stati Uniti 13 marzo Stile di vita ad alto impatto, forte uso di energia e risorse
Canada 26 marzo Sistema produttivo energivoro, trasporti ad alta intensità
Francia 19 aprile Consumi elevati e modelli produttivi tradizionali
Germania 3 maggio Industria pesante e uso intensivo di risorse
Italia 6 maggio Elevata impronta ecologica legata a trasporti, energia e consumo
Giappone 8 maggio Urbanizzazione, industria energivora, forte dipendenza da importazioni
Regno Unito 20 maggio Elevata domanda di beni e servizi, infrastrutture ad alto impatto
Cina 23 maggio Uso massiccio di carbone, industria ad alta intensità energetica
Spagna 23 maggio Agricoltura intensiva
Brasile 1° agosto Deforestazione, agricoltura industriale, urbanizzazione
Messico 30 luglio Urbanizzazione rapida, gestione inefficiente delle risorse
Sudafrica 2 luglio Settore energetico ancora fortemente fossile
Uruguay 17 dicembre Basso impatto ambientale, modello di sviluppo più sostenibile

Foreste, acqua, oceani e rifiuti: il conto ecologico cresce in fretta

Ogni anno, perdiamo circa 10 milioni di ettari di foreste, un’area pari alla Corea del Sud, mentre l’agricoltura intensiva utilizza da sola il 70% dell’acqua dolce disponibile a livello globale (WWF, 2023) e produce gas serra come metano e protossido di azoto, che alimentano il riscaldamento globale.

Oltre il 35% delle riserve mondiali di pesce è ormai sovrasfruttato, e nel 2023 sono stati generati 2,1 miliardi di tonnellate di rifiuti, una parte dei quali finisce nell’ambiente in forma di plastica o sostanze tossiche. Sommando questi impatti, la capacità rigenerativa del pianeta viene sistematicamente superata. Ogni anticipo dell’Overshoot Day è un segnale concreto del collasso in atto, e ogni giorno in più “oltre la soglia” è un pezzo di futuro che ci stiamo giocando.

Finanza etica: orientare i capitali per ridurre l’impronta ecologica

Di fronte a questo squilibrio, decidere dove indirizzare i capitali è una scelta determinante. Investire secondo criteri ESG — cioè ambientali (Environmental), sociali (Social) e di buona governance (Governance) — significa sostenere aziende impegnate nella transizione ecologica, nel rispetto dei diritti delle persone e nella trasparenza delle decisioni. Sono imprese che lavorano per ridurre l’impatto ambientale, promuovere condizioni di lavoro dignitose e adottare modelli gestionali responsabili.

Uno studio del 2024, condotto da EDHEC-Risk Institute e ICE Data Services su oltre 900 aziende, mostra che chi emette obbligazioni verdi taglia in media del 10% le emissioni totali di gas serra nei quattro anni successivi e riduce del 30% l’intensità delle emissioni. Questi dati dimostrano che la finanza etica e sostenibile produce risultati misurabili. Scegliere strumenti orientati alla sostenibilità permette di finanziare progetti legati alle energie rinnovabili, all’efficienza energetica, alla mobilità a basso impatto e alla gestione attenta delle risorse. Significa, in concreto, agire sulle cause del sovrasfruttamento e contribuire a rallentare l’anticipo dell’Overshoot Day.

Finanza etica e impronta ecologica 

Nell’idea di investimento responsabile di Etica Sgr, l’obiettivo di ottenere potenziali performance finanziarie positive va associato a quello di generare effetti positivi per l’ambiente e la società. Scegliere di investire in fondi sostenibili e responsabili vuol dire considerare anche l’impatto ESG (ambientale sociale e di governance).

Uno strumento chiave in questa direzione è il Report di Impatto, che misura i risultati ottenuti in termini di sostenibilità dai fondi di Etica Sgr. In particolare, il report analizza sia l’impatto delle strategie di selezione dei titoli rispetto al mercato di riferimento, sia l’efficacia delle attività di stewardship, in particolare del dialogo diretto con le imprese in cui investono i fondi.

Per quanto riguarda il cambiamento climatico, i risultati dell’ultimo report evidenziano risultati significativi. Rispetto al mercato di riferimento:

  • +40% la quota di investimento dei fondi di Etica Sgr in società che hanno definito obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti e approvati da Science-Based Targets initiative;
  • +130% il contributo degli investimenti dei fondi nel mitigare il cambiamento climatico;
  • -28% le emissioni di gas serra dirette e indirette (scope 1, 2 e 3).



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