evitata la recessione grazie alla mancata conferma delle misure di Trump

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L’economia mondiale ha evitato il peggio rispetto a quello che sarebbe potuto succedere se tutte le misure del ‘Liberation Day’ annunciate dal presidente Usa Donald Trump lo scorso 2 aprile fossero state confermate. Lo afferma il capo economista di Intesa Sanpaolo Gregorio De Felice presentando il 107/o rapporto sui settori industriali in collaborazione con Prometeia. “Sono passati 4 mesi dall’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca – spiega – e il livello di incertezza è solo in parte diminuito e rimane ancora molto alto”.

“Se tutte le misure del Liberation Day del 2 aprile fossero state confermate – spiega – ci sarebbero oggi rischi pericolosissimi, con una recessione negli Usa dovuta al crollo della domanda e della crescita”. “Questo sembra ormai evitato – osserva – perché con queli livelli di dazi ci sarebbe stata una sotta di autarchia, con un blocco quasi totale del commercio internazionale e una conseguente recessione globale con danni per i paesi esposti verso gli Usa”.

Quanto all’Italia De Felice si aspettas una “crescita lenta ma resiliente“. Il capo economista di Intesa Sanpaolo indica a supporto della sua tesi “un mercato del lavoro che stupisce un po’ tutti, ma che è di supporto alla crescita dei redditi e dei consumi”. Poi c’è una “politica fiscale che ha raggiunto un buon equilibrio tra la prudenza e il sostegno congiunturale per alcune classi di reddito e in parte per le imprese”.

Si aggiunge il Pnrr che è una “leva per la modernizzazione e per la crescita” e poi De Felice indica che “oggi abbiamo una cosa che non avevamo durante la crisi del debito sovrano, ossia un sistema bancario e industriale che si sono ristrutturati e sono molto più resilienti agli shock esterni di qualche tempo fa”.



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