“A lavoro su energivore e per rinnovo frequenze”

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Inoltre, c’è più chiarezza sull’articolo del quotidiano La Repubblica, secondo cui Poste italiane vorrebbe portate Tim dentro il cloud di Amazon. “Nessuna decisione è stata assunta da Poste Italiane sull’eventuale coinvolgimento di Amazon Web Services quale fornitore cloud per TIM”, ha comunicato il Mimit, sentito il Gruppo guidato da Matteo Del Fante.

L’inclusione degli operatori TLC tra le aziende energivore (e quindi la mitigazione strutturale del costo dell’energia a loro favore) e affrontare, sin da oggi, il tema del rinnovo delle frequenze mobili in scadenza al 2029. È al lavoro su questi due dossier chiave per il settore delle Telecomunicazioni il ministero delle Imprese e del Made in Italy. La conferma è arrivata dal ministero nella risposta all’interrogazione del PD presentata ieri alla Camera.

“È stata già avviata un’interlocuzione tra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy con il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica”, si legge nella risposta scritta del ministero, “per valutare l’inclusione degli operatori TLC tra le aziende energivore”. 

Il riconoscimento del settore quale altamente energivoro è una delle misure che mancano, clamorosamente, nel primo pacchetto di aiuti del Governo per accompagnare il settore TLC verso una piena competitività.

Pietro Labriola, AD e DG di TIM, ha ripetuto, ormai come un mantra, “ma se noi siamo il settore che consuma più energia di tutti, perché non siamo energivori?”

Caro Governo, questa esclusione è irragionevole.

Key4Biz continua a portare avanti questa battaglia, chiedendo l’equiparazione delle Telco agli energivori e quindi l’accesso alle agevolazioni sul costo dell’energia come previsto a favore delle imprese considerate energivore.

Il primo pacchetto di aiuti del Governo, ritenuto non sufficiente dagli operatori

In particolare, il 24 aprile scorso è stato presentato un pacchetto di misure per complessivi 629 milioni di euro di cui, spiega il MIMIT, 533 milioni di euro fruibili anche dagli operatori TLC, “in grado di accompagnare cittadini, PMI e grandi imprese in una transizione digitale inclusiva, competitiva e sicura”.

Si tratta di strumenti che vanno:

  • dal cablaggio verticale per i cittadini, ai voucher per servizio di cloud e cyber security, dalla ricerca e sviluppo per le grandi imprese fino alla digitalizzazione delle infrastrutture comunali, il tutto a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione ed in attuazione della strategia italiana per la banda ultra-larga.

Ma gli operatori si aspettavano di più da questo primo pacchetto nel quale il Governo ha indossato principalmente i panni dei consumatori e delle PMI. Ora, nel secondo pacchetto l’esecutivo dovrebbe mettersi nei panni delle Telco, che in realtà, prima ancora degli incentivi, hanno bisogno in primo luogo di una politica industriale. Perché, lo ricordiamo, il settore delle Telecomunicazioni può contare su circa 200mila persone, che con le loro competenze rappresentano un enorme valore per l’Italia e per il futuro digitale del Paese.

“Certezze sulle licenze d’uso delle frequenze mobili in scadenza nel 2029”

Infine, gli operatori Telco chiedono al Governo anche certezze sulle licenze d’uso delle frequenze mobili in scadenza nel 2029.

L’allocazione delle frequenze potrebbe essere non onerosa? Oppure ci potrebbe essere un rinnovo con contributi bassi da parte degli operatori, come avvenuto di recente in Germania con un esborso di 600 milioni da parte delle Telco, in cambio di maggiori obblighi di copertura e di una maggiore apertura all’uso delle frequenze alla concorrenza?

Sul punto, il Mimit fa sapere che “è stato avviato un confronto con il Ministero dell’economia e delle finanze e con l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni per affrontare il tema del rinnovo delle frequenze in scadenza al 2029.

Contiamo di procedere nei prossimi mesi ad approfondire queste tematiche per giungere a soluzioni il più possibile condivise con gli operatori del settore e che rafforzino ulteriormente il comparto delle telecomunicazioni in Italia”.

Staremo a vedere.

Mimit: “Da Poste italiane nessuna decisione presa nel portare TIM nel cloud di Amazon”

Invece, c’è più chiarezza sull’articolo del quotidiano La Repubblica, del 7 maggio scorso, secondo cui Poste italiane vorrebbe portate Tim dentro il cloud di Amazon.

“Nessuna decisione è stata assunta da Poste Italiane circa l’eventuale coinvolgimento di Amazon Web Services quale fornitore cloud per TIM”, l’ha comunicato sempre il Mimit, sentito il Gruppo guidato da Matteo Del Fante.

Anche perché l’operazione di Poste italiane di acquisizione di una quota delle azioni di TIM non è ancora perfezionata, in quanto in attesa del completamento delle attività connesse alla notifica alle competenti Autorità.

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